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ne di sentimenti illuminati dalla fede, espressione di un gruppo di persone
          radunate nel nome del Signore, sospinte dallo Spirito Santo e da lui tra-
          sformate in strumenti concreti dell’amore di Cristo e della Chiesa. Provo
          ad evidenziare alcune costanti del suo insegnamento in merito alla “ca-
          rità organizzata”:
          •  necessità di incontrarsi periodicamente:
                   Poiché è grandemente utile a tutte le sante comunità adu-
               narsi ogni tanto in un luogo destinato a trattare sia del loro pro-
               gresso spirituale, sia di quello che riguarda in generale il bene
               della comunità, le dette serve dei poveri si raduneranno ogni ter-
               za domenica del mese […] sia per ascoltare una piccola esorta-
               zione spirituale, sia per trattarvi degli affari riguardanti il bene
               dei poveri e la conservazione della detta Confraternita. (Rego-
               lamento Chatillon n°7)
          •  numero limitato di membri: massimo 20 donne per favorire la ma-
             turazione spirituale, la loro crescita personale, la coesione e la gestio-
             ne del gruppo;
          •  i ruoli di servizio interni al gruppo: la priora, due assistenti, di cui
             una guardarobiera e l’altra tesoriera, scelte “tra le più umili e discre-
             te della Compagnia... per vigilare sul bene pubblico dei poveri e per
             la conservazione della Confraternita. Siano tutte e tre donne mature,
             sopra i quarant’anni”. Troviamo anche la presenza di un procuratore
             uomo (perché “non è proprio delle donne avere da sole l’amministra-
             zione dei beni”) e la supervisione del parroco;
          •  gestione condivisa e trasparente dei beni:
                   del denaro che riceve [la tesoriera] deve renderne conto alla
               superiora, al parroco e agli abitanti della parrocchia che vorranno
               essere presenti. Per la custodia del denaro la tesoriera ha in affida-
               mento una cassetta con due serrature differenti; le chiavi sono una
               in suo possesso e l’altra della superiora, in modo che la si possa
               aprire solo in presenza di entrambe.

             Il regolamento di Bogliasco (prima Carità italiana) parla di tre serratu-
          re differenti di cui la terza chiave era affidata al parroco;

          •  una stima fraterna e una coesione sincera tra i membri:
                   Una delle serve dei poveri sarà nominata priora della Confra-
               ternita, e affinché tutto proceda ordinatamente, le altre l’ameran-
               no, la rispetteranno come madre e le obbediranno in tutto quello
               che riguarderà i beni e il servizio dei poveri, e tutto questo per amo-

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