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Poi ci sono gli sfavoriti: altro elemento su cui riteniamo sia fondamen-
          tale lavorare nei prossimi mesi. Il RdC è costruito in un certo modo: c’è
          una quota che è destinata a rafforzare il reddito delle persone e una quo-
          ta per l’affitto. Per determinare il modo per cui il contributo deve variare
          da nucleo a nucleo il Rdc ha utilizzato un coefficiente che serve per de-
          terminare come l’importo finale va armonizzato a seconda dell’ampiezza
          della composizione familiare. Questo è un coefficiente “piatto”: è un co-
          efficiente che non varia al variare del numero dei componenti e non tiene
          conto dei minori all’interno del gruppo. Rispetto alla precedente misura
          del ReI, anche se gli importi sono più ampi, non c’è una armonizzazione
          importi del contributo proporzionale alla presenza dei minori o alla pre-
          senza di famiglie numerose. Di fatto una persona singola rispetto al ReI
          prende il 100% in più col Reddito di cittadinanza, una famiglia con 4 o più
          persone prende il 40% in più rispetto al ReI. Tutto inoltre di fatto questa
          misura fa in modo che i percorsi di attivazione delle persone si separino.
          La persona che fa domanda riceve una risposta direttamente dall’Inps
          dopo 10 giorni in base solo ai requisiti reddituali e patrimoniali e entro 5
          giorni gli viene comunicato se ha diritto o meno alla misura e dal mese
          successivo quella persona percepisce il RdC. È un canale diretto Inps/
          beneficiario. La parte attiva prevede che le persone che hanno ricevuto il
          beneficio vengono, per via amministrativa, incanalate o ai Centri per l’Im-
          piego o ai servizi sociali. Cioè l’Inps trasmette ai CpI e ai servizi sociali l’e-
          lenco delle persone da convocare.

             L’incanalamento avviene, non come prima, attraverso un operatore
          del servizio, ma parte a monte. Ciò crea problemi. Il criterio principe per
          incanalare le persone è la immediata occupabilità: ovvero se il beneficia-
          rio è disoccupato da non più di due anni, se riceveva la Naspi, o aveva
          già attivato i patti di servizio con i centri per l’impiego attraverso il ReI, au-
          tomaticamente viene chiamato dai CpI.
             C’è comunque tutta un’area grigia che, oltre l’immediata occupabili-
          tà,ha altri problemi che, prima, attraverso i servizi sociali potevano essere
          visti, affrontati, gestiti attraverso percorsi personalizzati. Questo adesso,
          almeno per come è disegnata la legge, non potrà più accadere. Quindi la
          persona va ai Centri per l’Impiego perché convocata da questi e e siglerà
          il patto di lavoro, con tutta una serie di adempimenti che sono richiesti,
          oppure la persona viene incanalata ai servizi sociali con i quali fa pratica-
          mente lo stesso iter del Rei. Il Rei sopravvive nel RdC per le persone af-
          fidate ai servizi sociali.


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