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con molto favore. Anche perché costringe noi a metterci in gioco e a ca-
pire che tipo di intervento fare, in maniera efficace, sui territori. Tre misu-
re nell’arco di tre anni. Un avvicendamento molto veloce che ha prodotto
delle fatiche e delle difficoltà. In primis per i beneficiari. Perché cambiava-
no i criteri per le persone che dovevano orientarsi.
Per i servizi sociali, per gli operatori delle organizzazioni sociali come
le nostre che lavorano quotidianamente con le persone in povertà. Da qui
disorientamento, confusione, necessità di fare formazione per capire che
cosa succede. Si è verificata una discontinuità rispetto a queste misure
che sono cambiate, sempre in senso migliorativo, bisogna sottolinear-
lo. A fronte di questa discontinuità, però c’è una continuità nel processo
quotidiano di cammino dei poveri che non si è interrotto.
Noi non abbiamo smesso di incontrarli. Non è accaduto così per i
servizi sociali. I sevizi sociali nel passaggio da Rei a Reddito di cittadinan-
za hanno avuto delle difficoltà, perché non sapevano se le persone che
avevano diritto al Rei potevano passare al Reddito di cittadinanza, per
esempio. Per gli operatori pubblici questo Reddito di cittadinanza ha cre-
ato dei problemi. Per noi ha creato delle fatiche, ma i poveri li abbiamo
sempre avuti con noi. Abbiamo dovuto adeguarci a questi cambiamenti,
ma il processo è stato continuo. E se il processo è stato continuo, que-
sto ci dice una cosa molto importante su cui dobbiamo riflettere e ragio-
nare. Se il processo di presa in carico delle situazioni di povertà è con-
tinuo, allora il nostro compito sui territori è aiutare le persone in povertà
anche capendo che cosa succede con queste misure nazionali. Signifi-
ca cioè lavorare sui processi di attuazione delle misure, perché sono po-
litiche fondamentali per il nostro paese, ma vanno monitorate e osserva-
te da vicino. Proprio come possiamo fare noi.
Perché potrebbero essere delle occasioni storiche, poco efficaci
che vanno perdute. Il nostro ruolo e il nostro compito in questa fase sta
cambiando. Dovremmo un po’
“cambiar pelle”: incontreremo
persone che sui nostri territori ri-
cevono un contributo economi- I poveri sono
co, a volte consistente a volte diventati più
appena sufficiente, ma lo rice-
vono a differenza di prima. Il no- poveri.
stro lavoro è capire per esempio
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