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Rei non si è riusciti a fare e che invece è preziosissima. Perché confron-
          tandoci con nuclei che hanno ricevuto queste misure si può capire cosa
          non va e soprattutto l’aspetto di grande interesse è anche comprendere
          se e come con l’introduzione del RdC sia migliorata o meno la loro vita.
          Così si riesce a capire se una misura funziona, cosa va corretto o cosa
          va assolutamente modificato. A livello locale vanno promossi assoluta-
          mente momenti di confronto e collaborazione fra tutti i soggetti territoria-
          li: servizi sociali, CpI e associazioni del territorio e associazioni datoriali e
          mondo delle imprese. Il RdC dovrebbe favorire questo tipo di raccordo,
          però al momento lo fa filtrare attraverso i centri per l’impiego. Quindi bi-
          sognerà capire anche quanto funzionerà il meccanismo dei CpI. C’è tan-
          to da fare e quanto riusciremo a fare determinerà anche il successo di
          queste misure che ormai esistono nel nostro paese, ma vanno rese fun-
          zionali ed efficaci.
             Rispondendo alle domande la relatrice ha aggiunto:
             Il contributo si compone di due elementi. Una parte va a sostegno del
          reddito e una parte va a sostegno dell’affitto. Dei famosi 780 euro, 500
          sono sostegno al reddito, ma nel caso di una persona 500 euro è l’impor-
          to massimo che quella persona può ricevere se ha di fatto un Isee 0. Una
          persona senza dimora sta ricevendo 500 euro piene. Gli altri ricevono un
          contributo in base al reddito che hanno. Ecco perché in alcuni casi il con-
          tributo del Rdc è di 40 euro, perché quel nucleo che lo riceve ha un red-
          dito complessivo vicino alla soglia dei 6.000 euro o dei 6.000 calcolati in
          base all’ampiezza della famiglia. I 280 possono essere ricevuti se si paga
          già un affitto. In caso di buono casa del Comune le condizioni per aver-
          lo sono differenti e variano dai vari Comuni. Bisogna ricorrere ai Caf se
          non sono chiare le norme e non è chiaro come muoversi nella giungla di
          norme nazionali e locali. Il problema del prelievo mensile da 100 euro ad
          un massimo di 200, dipende dal nucleo familiare, è molto grande. Anche
          questo chiederemo che venga modificato, anche perché oltre a questo
          c’è il vincolo di spendere entro il mese successivo tutto l’importo pena la
          decurtazione progressiva del contributo. Il problema è ancora più sentito
          per i senza dimora, perché non ci si può costruire una minima forma di ri-
          sparmio. Rispetto alla casistica e alle possibilità di contribuire ad correg-
          gere le storture della legge.
             Se riusciste ad organizzarvi raccogliendo in maniera semplice queste
          informazioni e a trasmetterle ad esempio all’“Alleanza contro le povertà”
          dareste già un contributo di grande rilievo. Se vi attrezzaste all’interno e



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