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per cui ci si rivolga a loro tranquil-
lamente. Il reddito di cittadinanza Il reddito
dura 18 mesi, con l’interruzione
di un mese. Rispetto a quanto si di cittadinanza
dice che nel Sud ne beneficia chi
non ne ha bisogno. Sono opinio- dura 18 mesi...
ni personali. Penso che nella si-
tuazione attuale dell’Italia non ba-
sta più lavorare sulla povertà, perché
ci sono meccanismi di formazione della ricchezza totalmente incancreni-
ti, con tassi di disuguaglianza economica altissimi. È giunta l’ora di inter-
venire sui meccanismi di formazione della ricchezza. Per i rapporti che si
creano all’interno del mondo del lavoro, per tutta la gestione delle innova-
zioni tecnologiche, che possono creare diseguaglianze fortissime all’ac-
cesso ai servizi delle persone. È un tema fondamentale. Il RdC è stato im-
maginato nelle sue prime versioni risalenti al 2013 come una misura che
aiuta, avrebbe dovuto aiutare, nelle fasi di transizione delle società avan-
zate, a colmare un’assenza di reddito momentanea.
Cioè la persona che perde il lavoro perché nella sua azienda si è at-
tuato un processo di automazione spinto ha diritto a un reddito univer-
sale in quanto ha perso il lavoro: ciò ha un costo enorme per le casse
Stato. Potrebbe avere un senso,ma nell’immediato non può essere la so-
luzione. Il nostro è un paese in cui bisogna iniziare a intervenire sulla disu-
guaglianza di ricchezza, perché le stesse misure come il RdC, che sono
cospicue e abbondanti rispetto agli importi, sono misure redistributive: a
valle si redistribuisce quello che viene sottratto a monte. Il problema nel
nostro paese è però a monte, cioè quello che succede rispetto alla cre-
azione di ricchezza e alla polarizzazione che è in atto nel nostro paese
in questo processo.Dopo la crisi economica del 2007-2008 la ricchez-
za in termini patrimoniali e finanziari del cittadino medio è diminuita del
15% mentre l’1% della popolazione più ricca ha visto aumentare la ric-
chezza dell’83%. Tutto ciò crea rancore, contrapposizioni e scontri tra le
persone, che non aiutano nessuno di noi, al di là delle persone in pover-
tà, a vivere bene nei nostri contesti. No quindi al reddito universale, ma
no anche alle cosiddette norme “antidivano”. Il RdC è stato presentato
dall’allora ministro Di Maio con una precisa slide che riportava la dicitu-
ra norma “antidivano”. Il contrasto alla povertà non va semplicisticamen-
te ridotto ad una battuta, e se i furbetti ci sono, si trovano annidati in ogni
branca della società non solo fra coloro che sono in povertà. §
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