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volta ricevuto il contributo. Mentre il ReI prevedeva solo l’inclusione so-
ciale con i servizi sociali e i Centri per l’Impiego, col Reddito di cittadinan-
za i percorsi si separano nettamente. Non esiste più il servizio sociale che
fa ascolto e orienta: ci sono due percorsi diversi a seconda che si abbia
un bisogno prettamente lavorativo o si abbiano dei bisogni più complessi.
Il RdC ha sicuramente degli aspetti positivi. Aumentano le persone in-
teressate. Col ReI la platea di beneficiari potenziali era di 2 milioni e mez-
zo, anche se poi ne sono stati raggiunti la metà, col RdC la platea poten-
ziale è di 3.500.000 persone. Al 7 gennaio2020, i percettori del reddito
di cittadinanza sono 2.300.000 persone. Numeri consistenti. Da questo
punto di vista una misura che arriva ad una quota ampia di persone. Au-
mentano le risorse di cui i beneficiari usufruiscono. Siamo usciti dai pic-
coli contributi del ReI (187 euro - 540 euro), col Rdc si passa dai 500 euro
(più i 280 per l’affitto) nel caso di un persona sola ai 1300 euro per le fa-
miglie con più figli: e questo è un elemento senz’altro positivo.
Altro elemento positivo è lo stanziamento complessivo: il Rei aveva
stanziamenti di due miliardi e mezzo mentre col Reddito di cittadinanza si
hanno a disposizione 8 miliardi di cui, di fatto, tra i 5 e i 6 vanno alle per-
sone. Gli altri servono a strutturare i Centri per l’Impiego e lavorare sugli
operatori dei servizi. In pratica una svolta epocale. Si passa dall’assenza
di misure a 8 miliardi.
Primo elemento negativo: ci sono degli esclusi dal reddito di cittadi-
nanza. Si dovrebbero raggiungere 3 milioni e mezzo di persone in pover-
tà, ma alcune sono tagliate fuori. In primis gli stranieri. Il RdC introduce
criteri in genere più ampi rispetto al Rei, su tutti i fronti, ma chi lo riceve
deve risiedere in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi due continuativi.
Questo taglia fuori una quota enorme di persone. Sicuramente i 90.000
nuclei di stranieri che ricevevano il ReI. Ma una misura che va ai pove-
ri non può escludere una fetta di persone in povertà. Il 30% di persone
in povertà sono straniere. Inoltre chi riceve il reddito di cittadinanza non
necessariamente è povero assoluto. I criteri per determinare chi accede
al Reddito di cittadinanza sono patrimoniali e reddituali. Non c’è una so-
vrapposizione totale tra la platea di beneficiari di RdC e le persone in po-
vertà assoluta. È un dibattito non astratto. Non si spiegherebbe il motivo
per cui persone che non sono in povertà assoluta ricevono il RdC e per-
sone che sono in povertà assoluta non lo ricevono. È un paradosso. Tec-
nici sono al lavoro per far sì che vengano eliminate queste sperequazioni.
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