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le mani un piccolo libro, nel quale saranno annotate quelle principali
               verità cristiane di cui la conoscenza sia più necessaria.

             Al povero non si deve dedicare rimasugli di tempo. Il servizio è da
          svolgere con amore, come se lo facesse a un figliuolo o meglio ancora
          a Dio, il quale tiene per fatto a sé il bene che si fa ai poveri”, avendo cura
          di “cominciare sempre da qualcuno che ha chi lo assiste e finire con
          coloro che sono soli, per poter stare più a lungo con loro” (Regolamen-
          to Chatillon n°5).
                   Nell’entrare li saluterà lietamente e caritatevolmente. Aggiu-
               sterà la tavoletta sul letto, vi porrà sopra il tovagliolo, un bicchiere,
               un cucchiaio e il pane. Farà lavar le mani ai malati e dirà il Benedici-
               te, verserà la minestra in una scodella e metterà la carne in un piat-
               to, accomodando ogni cosa su detta tavoletta; quindi inviterà ca-
               ritatevolmente il malato a mangiare, per amor di Gesù e della sua
               santa Madre; [...] Gli dirà qualche buona parola di Nostro Signo-
               re, e cercherà di tenerlo allegro, se lo vedesse molto abbattu-
               to. Gli spezzetterà di tanto in tanto la carne; gli verserà da bere…



          •  Conclusione: tre sfide.

             Certamente tutto ciò gratifica e inorgoglisce. Ma non è sufficiente
          scoprirsi interpreti di una bella storia che ci si limita poi soltanto a raccon-
          tare. Non basta gloriarci delle origini remote scaturite dal coraggio e dal
          carisma di Vincenzo. Perché il racconto di ieri non scolori sulle pagi-
          ne ingiallite del tempo, è essenziale che la memoria si trasformi, an-
          cora una volta, in profezia. È questa, in fondo, l’inconfessabile e intri-
          gante scommessa di chi ha organizzato questo convegno.
             Per questo, mi permetto di lanciare, a conclusione, tre sfide per il
          nostro presente, nella fedeltà delle origini:
          1.  In un mondo secolarizzato come il nostro, dove c’è sempre meno
             consapevolezza del bisogno di Dio, dove il nuovo umanesimo (cito
             anche dal nostro premier) tende ad emarginare sempre più Dio per
             dare spazio al protagonismo dell’uomo, il servizio ai poveri come
             espressione di fede e carità serve a rilanciare la bellezza e la pro-
             fondità del messaggio evangelico.

             Attraverso la carità, siamo chiamati a diventare missionari del vangelo
             per riavvicinare la gente a Cristo. La prima sfida è di diventare pro-


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