Page 16 - Annali_Dicembre
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...impegnarsi a conservare la carità fraterna
all’interno dei gruppi attraverso l’umiltà
Formare non significa prescrivere regole o precetti con metodi scolasti-
ci, ma incentivare il protagonismo delle persone. I percorsi ispirati a logi-
che informative o che si avvalgono di metodiche frontali, non riescono a
produrre un clima familiare e talvolta innescano persino reazioni negati-
ve nei volontari.
Frequentemente San Vincenzo invitava tutti i membri della Famiglia
Vincenziana ad impegnarsi a conservare la carità fraterna all’interno
dei gruppi attraverso l’umiltà. Diceva ai suoi confratelli:
“Dopo averci pensato e ripensato più volte, per trovare un mezzo per
acquistare e conservare l’unione e la carità con Dio e con il prossimo,
non ho trovato nulla all’infuori della Santa umiltà, nulla di più adatto: essa
è il primo, il secondo, il terzo, il quarto è infine l’ultimo mezzo. Non ne co-
nosco altri.” M 105
Far spazio agli altri, è un compito e una sfida educativa importante e
avvincente. Ci permette di contrastare la cultura del consumismo, in cui
piuttosto che essere impegnati a fare, si è totalmente consegnati al dis-fa-
re, al “voracizzare” cose ed esperienze. Coinvolgere tanti a donare il pro-
prio tempo, che è il dono gratuito per eccellenza, perché è l’unico bene
che l’uomo non può restituire, favorisce la costruzione di una società del
dono, di una comunità che genera relazioni. Una volontaria che sceglie di
impegnarsi affinché il proprio gruppo generi nuovi volontari e nuove espe-
rienze di servizio, è persona che si espone, che si mette in gioco in prima
persona e non si sottrae alle conseguenze della fede e della scelta di se-
guire Cristo nella via segnata da Vincenzo de’ Paoli. Sono certo che fu il
coraggio e l’amore per Dio e i poveri a spingere Vincenzo de’ Paoli ad in-
coraggiare tante Dame ad aderire alla Compagnia della Carità:
“Entrate in questa santa compagnia - esclamava in un’assemblea ge-
nerale, celebrata nel 1657 - voi, signore, che ancora non siete iscritte in
essa! Questa compagnia non ha altro scopo che quello di non aver cuo-
re che per Dio, volontà se non per amarlo e tempo se non per servirlo”.
SV XIII §
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