Page 13 - Annali_Dicembre
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ITINERARI DI                              ’esperienza storica di Vin-
                                                   cenzo de’ Paoli ci insegna
         FORMAZIONE                          Lcome il coinvolgimento di
                                              donne laiche, che sono diventa-
         Far spazio agli altri                te protagoniste nella missione di
                                              soccorso, aiuto e promozione del-
         La chiamata ad aprirsi               le persone povere, non solo ha fa-
         a nuovi volontari                    vorito l’aiuto ai più deboli, ma so-
                                              prattutto ha fatto sorgere la cultura
         a cura di Padre Valerio Di Trapani  della solidarietà in un periodo sto-
         Assistente Nazionale               rico caratterizzato dall’affermazione
                                          del potere del sovrano e della nobil-
                                     tà. A Vincenzo va, in gran parte, il merito di
          quell’ondata di bontà che investì la parte più sana della società francese.
          È sorprendente l’ascendente conquistato da un sacerdote di così umi-
          li origini sugli strati privilegiati di un mondo così fortemente gerarchizza-
          to. La causa del successo è da ricercare nel fatto che Vincenzo de’ Pa-
          oli rappresentava la voce del popolo che arrivava fino ai dominatori delle
          leve del potere, per far loro sentire il grido della miseria. Egli era la voce
          di coloro che non avevano voce. La sua parola traduceva i lamenti del-
          le masse in una lingua che le classi dominanti si vantavano di conosce-
          re: la lingua del Vangelo. I più sinceri non ebbero altra scelta che sentir-
          si coinvolti.
             Anche oggi è necessario recuperare e sviluppare la cultura della soli-
          darietà, anche attraverso il coinvolgimento di nuovi membri nei Gruppi di
          Volontariato Vincenziano. Oggi, come allora, è necessario far ascoltare il
          grido dei poveri e le istanze delle famiglie più deboli e come allora, anche
          nel nostro tempo, la Compagnia della Carità può diventare il grimaldello
          per scardinare una società sorda dinanzi alla povertà e all’esclusione so-
          ciale. Occorre chiedersi: come far spazio agli altri?
             Per far spazio ad altri membri dei Gruppi di Volontariato Vincenziano,
          mi sembra necessario partire dall’invito formulato dal Superiore Genera-
          le, P. Tomaz Mavric,  di far scoprire a tutti “la bellezza, l’attrattiva e il sen-
          so che assume la vita quando si risponde con un «sì» deciso alla chia-
          mata di Gesù. Dobbiamo lavorare insieme per una rinnovata cultura delle
          vocazioni che significa un ambiente in cui tutte le persone possono sco-
          prire e riscoprire la loro ragione di esistere su questa terra, il senso del-
          la loro vita, la missione che sono chiamate a compiere, la chiamata a cui

                                                                4/duemiladiciotto  13
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