Page 14 - Annali_Dicembre
P. 14

sono invitate a rispondere. La cultura delle vocazioni mette Gesù al primo
          posto, indipendentemente se la vocazione sia lo stato laico o la vita con-
          sacrata”. Anche San Vincenzo incoraggiava tutti ad avere a cuore la di-
          mensione vocazionale della vita, incoraggiando le Dame a preoccuparsi
          di “chiamare” altre a seguire Cristo nella via del servizio ai poveri:
             Un terzo mezzo per la conservazione della compagnia, è di fare in
          modo che essa non manchi mai di altre Dame di Pietà e di virtù. Giac-
          ché, se non ci si preoccupa di stimolare altre ad entrarvi, sarà a corto di
          soggetti, e, diminuendo di numero, sarà troppo debole per portare avanti
          dei pesi così grandi. Fu proposto, a questo scopo, che le Dame, prima di
          morire, preparassero, qualche tempo prima, una figlia, una sorella, o una
          amica, ad entrare nella Compagnia; ma può darsi che non ci si ricordi più
          di questo. Oh! Un buon mezzo sarebbe che ciascuna fosse persuasa dei
          grandi vantaggi che deriverebbero, in questo mondo e nell’altro, alle ani-
          me che esercitano le opere di misericordia spirituale e corporale in tante
          maniere come fate voi. Questo sarebbe utile senza dubbio a indurre altre
          ad unirsi a voi in questo santo esercizio della carità, in vista di questi van-
          taggi. Questa persuasione infervorerebbe in primo luogo voi stesse, e voi
          diverreste capaci di invogliare altre con le parole e con gli esempi. D 198
             Per far spazio a un numero crescente di nuovi volontari che arricchi-
          scano la Compagnia della Carità e siano da stimolo per la società intera,
          non è più sufficiente lanciare appelli generici, ma è necessario stabilire
          positive relazioni con le persone che quotidianamente incontriamo,
          al fine di proporre loro il volontariato come stile di vita. Contrariamente a
          quanto si possa pensare, stabilire positive relazioni non significa parla-
          re, raccontare, dire o spiegare, ma... ascoltare. Ascoltare le persone fa-
          cendosi raccontare i loro sogni, le loro aspettative, chiedere come stan-
          no, astenendosi dai giudizi. Instaurare buone relazioni con tutti favorisce
          la curiosità in coloro che ci vedono al servizio dei più poveri e incoraggia
          gli indecisi ad aderire ai Gruppi di Volontariato Vincenziano. Verso i nuo-
          vi entrati bisogna acquisire un atteggiamento di fiducia, che è una scom-
          messa su qualcosa che non c’è ma che ci si attende si realizzi. In riferi-
          mento ai giovani che si accostano al gruppo o a chiunque faccia i primi
          passi nell’associazione, va prestata attenzione perché questi avvertano
          una qualche forma di riconoscimento: dal gruppo, dai responsabili, dai ri-
          sultati che hanno contribuito a realizzare e dalle persone a cui hanno of-
          ferto un servizio. Il riconoscimento o apprezzamento non è il fine ultimo,
          ma incoraggia i volontari a proseguire nel loro impegno.

       14  4 / duemiladiciotto
   9   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19