Page 43 - Annali Carita
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Esiste un racconto evangelico che,   Una società dedita ai selfie e a instagram non può creare spazi nuo-
 ...avere occhi  come tanti altri, riesce a narrare bene il   vi di umanità. Fare spazio ai poveri significa essenzialmente avere occhi
 contesto in cui siamo collocati: la para-  soltanto per loro. Far spazio ai poveri è aver cura principalmente di os-
 soltanto  bola del buon samaritano.  servare il contesto in cui viviamo, guardare le povertà e le risorse del ter-
 Un uomo scendeva da Gerusalem-  ritorio in cui il gruppo è collocato. Quante volte ci soffermiamo a guardare
 per loro  me a Gerico, incappò nei briganti che   noi stessi, le dinamiche del gruppo, la scarsità delle risorse umane, di-

 lo spogliarono, lo percossero e gli ruba-  menticando che la priorità assoluta è uno sguardo rivolto all’altro anche
 rono ogni cosa.  in presenza di una fragilità e di una povertà di risorse personali? San Vin-
          cenzo de’ Paoli, anche in età avanzata, non “frenava” dinanzi alla pover-
 Quest’uomo ferito è una rappresentazione di tutti gli emarginati e gli   tà dell’altro, ma prestava soccorso a ogni genere di bisogno senza cal-
 esclusi della nostra società, che non sono soltanto la risultante delle loro   colare le sue reali possibilità, senza far conto soltanto delle sue fatiche e
 scelte sbagliate, ma il frutto di una umanità che tende a sfruttare i debo-  dei suoi acciacchi, ma principalmente della persona da soccorrere e aiu-
 li, le popolazioni povere, le nazioni sottoposte all’abuso delle risorse na-  tare. Diceva ai suoi confratelli preoccupati per l’economia della Comuni-
 turali per l’arricchimento dei potenti.   tà di San Lazzaro:
 Lungo la medesima strada, passava un sacerdote tutto concentrato   “Mi preoccupa, cer-
 su se stesso, sulla propria purezza cultuale, sulla necessità di osservare   tamente la compagnia,
 scrupolosamente i comandamenti, anche quelli che stabiliscono di pren-  ma non tanto  quan-
 dere le distanze da ciò che è “morte” e vedendo quest’uomo ferito non   to i poveri. Noi potrem-
 ha dubbi: se la dà a gambe.   mo sempre superare le
 Non si può dire che questa strada fosse isolata, perché appena qual-  difficoltà  andandoce-
 che istante dopo passò un levita. Anche lui, tutto immerso nello studio   ne a chiedere del pane
 del bene da compiere e del male da evitare, attento a tutelare la casta sa-  in altre nostre case, se
 cerdotale, trovandosi in un contesto a lui sconosciuto, ossia la vita, con-  ce l’hanno, o a lavo-
 siderò buono, virtuoso e onesto evitare il contatto.   rare come vicari nel-
          le parrocchie, ma i po-
 Ancora  un’altra  persona  giunge  in  quel  luogo:  un  samaritano.  Egli   veri che possono fare e
 rappresenta, per motivi religiosi, culturali e di razza, un escluso. I Samari-  dove troveranno di che
 tani anche al tempo di Gesù rappresentavano un gruppo di persone che   vivere? Essi sono il mio
 professavano una fede ereticale, e persino Gesù aveva proibito ai suoi di-  peso e il mio dolore”
 scepoli di predicare fra i Samaritani. Ebbene, quest’uomo vide la perso-
 na ferita e ne ebbe compassione. La novità in questa scena è proprio la   (Abelly).
 compassione. Lo sguardo finalmente è rivolto verso l’altro, non è interrot-  La carta dei valo-
 to da uno specchio utile a vedere se stessi, le proprie perfezioni o imper-  ri del volontariato  defi-
 fezioni. Gli occhi finalmente incontrano la storia di un altro, permettono   nisce il volontario una
 il confronto e generano umanità. L’umanità è generata dall’incontro, mai   persona che “adempiu-
 dall’isolamento. Infatti, la civiltà dei Paesi del Mediterraneo è stata cultu-  ti i doveri di ogni cittadi-
 ralmente florida, perché il mare ha favorito l’incontro dei diversi popoli. La   no,  mette a  disposizio-
 crescita di una nuova umanità è dentro le relazioni umane significative,   ne il proprio tempo e le
 nasce da uno sguardo appassionato per l’altro.  proprie capacità per gli

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