Page 48 - Annali Carita
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L’accoglienza è un atteggiamento fondamentale nell’esistenza                       Alla scuola di Papa Francesco e di San Vincenzo
          umana, cominciando dall’accettazione di noi stessi. Quanti problemi,                    Proprio per questo Papa Francesco, in occasione del 400° del Ca-
          a livello psicologico e con nefaste ripercussioni anche nell’ambito delle            risma Vincenziano, indicando alla Famiglia Vincenziana come secondo
          relazioni interpersonali, quando una persona non si sa cordialmente ac-              verbo programmatico il verbo “accogliere”, ha evidenziato come esso
          cettare nella sua realtà, con i propri pregi e i propri limiti, con le proprie       indichi “una disposizione più profonda” del semplice fare qualcosa:
          virtù e con le proprie fragilità! Per poi passare all’accoglienza degli altri.       “non richiede solo di far posto a qualcuno, ma di essere persone acco-
          Non si può, infatti, pretendere di avere un buon rapporto con gli altri se           glienti, disponibili, abituate a darsi agli altri. Come Dio per noi, così noi
          non si è in buona relazione con se stessi.                                           per gli altri”. Ha continuato, quindi, chiarendo ulteriormente: “Accogliere

             L’accoglienza vera, non superficiale, coinvolge tutta la persona: è               significa ridimensionare il proprio io, raddrizzare il modo di pensare,
          uno spalancare le porte della propria casa, ma perché prima si sono                  comprendere che la vita non è la mia proprietà privata e che il tempo
          spalancate le porte degli occhi per vedere chi arriva, le porte delle orec-          non mi appartiene. È un lento distacco da tutto ciò che è mio: il mio
          chie per sentirne il grido e scoprirne i bisogni, le porte del cuore per far-        tempo, il mio riposo, i miei diritti, i miei programmi, la mia agenda. Chi
          gli spazio nell’intimo di noi stessi, le porte delle labbra per dargli il “ben-      accoglie rinuncia all’io e fa entrare nella vita il tu e il noi”.
          venuto”, le porte delle braccia per avvolgerlo della tenerezza stessa di                Infine ha messo in risalto l’intima relazione che intercorre tra l’ap-
          Dio e condividere con lui il pane che sazia e il vino che allieta il cuore.          partenere alla Chiesa, l’essere Chiesa e l’essere accoglienti, fino a dire
          Come scrive Ernesto Borghi in un articolo apparso in “Teologia &Vita”                che l’accoglienza è nel “DNA” ecclesiale: “Il cristiano accogliente è un
          10 (2016), “solo l’ospitalità, nel senso stretto e ampio del termine, sot-           vero uomo e donna di Chiesa, perché la Chiesa è Madre e una madre
          trae al circolo vizioso della solitudine e restituisce anche chi ospita alla         accoglie la vita e la accompagna.
          pienezza di vita. L’incontro continuo con la diversità e il fare spazio
          all’altro diventano fattori educativi formidabili perché fanno germogliare              E come un figlio assomiglia alla madre, portandone i tratti, così il
          la dimensione dell’apertura, dell’accoglienza, della consapevolezza del-             cristiano porta questi tratti della Chiesa. Allora è un figlio veramente
          la/e necessità dell’altro”.                                                          fedele della Chiesa chi è accogliente, chi senza lamentarsi crea con-
                                                                                               cordia e comunione e con generosità semina pace, anche se non viene
                                                                                               ricambiato”.

                                                                                                  Non sono concetti nuovi. Papa Francesco è ritornato più volte sul
                                                                                               tema dell’accoglienza. In un tweet in occasione della Giornata mondiale
                                                                                               dei Migranti del 2016, mentre esprimeva la sua solidarietà ai migranti
                                                                                               del mondo e ringraziava coloro che li aiutano, affermava che “accogliere
                                                                                               l’altro è come accogliere Dio in persona!”. Non mancano le indicazioni
                                                                                               pratiche, concrete, circa le modalità dell’accoglienza, come nel “Mes-
                                                                                               saggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018” e nel
                                                                                               dialogo in aereo di ritorno dalla visita in Svizzera, ribadendo i verbi “ac-
                                                                                               cogliere, accompagnare, sistemare, integrare” e aggiungendo che ogni
                                                                                               governo “deve agire con la virtù della prudenza, perché un Paese deve
                                                                                               accogliere tanti quanti può e quanti può integrare, istruire, dare lavoro”.

                                                                                                  È fuori di ogni dubbio che in San Vincenzo de’ Paoli il “DNA” eccle-
                                                                                               siale era presente e operante. La sua accoglienza, superando le barrie-



   46  3 / duemiladiciotto                                                                                                                           3/duemiladiciotto  47
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