Page 49 - Annali
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promuovevano la perfezione cristiana, anche se provenienti dai conven-
          ti e dai monasteri. Chiese (e ottenne) che la Compagnia fosse approvata
          come Confraternita e non come comunità religiosa.

             Non sono religiose, perché tale stato non è adatto agli impegni ri-
          chiesti dalla loro vocazione. Siccome però sono in contatto con il mon-
          do assai più che le religiose, non avendo ordinariamente che le case de-
          gli infermi per monastero, una camera d’affitto per cella, la chiesa
          parrocchiale per cappella, per chiostro le strade della città o le sale
          degli ospedali, per clausura l’obbedienza, per grata il timor di Dio,
          per velo la santa modestia, esse sono perciò obbligate a condurre una
          vita non meno virtuosa che se fossero professe in un ordine religioso, ed
          a comportarsi in tutti i luoghi, nei quali si trovano in mezzo al mondo, con
          altrettanto raccoglimento, purezza di cuore e di corpo, distacco dalle cre-
          ature ed esemplarità, quanto le vere religiose nella clausura del loro mo-
          nastero (dalle Regole delle Figlie della Carità). 1
             Un nuovo impulso venne anche dalle varie confraternite, compa-
          gnie, gruppi caritativi che svolsero una preziosa e proficua opera di pre-
          senza e di assistenza verso le più svariate categorie di emarginati, de-
          dicandosi ai malati, ai poveri, ai trovatelli, alle vedove, ai carcerati e ai
          condannati a morte; all'accoglienza di stranieri e pellegrini; all'aiuto alle ra-
          gazze da maritare nonché alle donne in pericolo di darsi alla prostituzio-
          ne. Questi gruppi costituirono una forza di volontariato numericamente
          senza precedenti, formata da uomini e donne che in maniera capillare
          crearono una rete di solidarietà. Le confraternite videro un nuovo svilup-
          po ed una nuova funzione sociale, ricevendo beni, terreni, facendo que-
          stue e messe di suffragio per poi dedicarsi al servizio dei più deboli.
             Tra queste ricordiamo la Compagnia o Confraternita della Carità, la
          Compagnia della Misericordia o di San Giovanni Decollato, per assistere
          i carcerati e i condannati a morte, la Compagnia della Dottrina Cristiana,
          la Compagnia della SS. Trinità, fondata a Roma a metà del '500 per soc-
          correre i pellegrini e gli ammalati e convalescenti, la Compagnia del SS.
          Sacramento. A Roma, verso la metà del '600, l'Arciconfraternita dei Do-
          dici Apostoli aveva istituito la prima “Spezieria” per poveri, fondata dall'al-
          lora cardinal protettore Francesco Barberini, che forniva gratuitamente
          medicinali agli indigenti.


          1  L. Mezzadri - M. P. Flores (edd.), La regola delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, Coll.
          Complementi alla storia della Chiesa. Testi (diretta da H. Jedin), Jaca Book 1986, 85.

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