Page 51 - Annali
P. 51

ruolo che mai avevano avuto prima, superando leggi, pregiudizi, minac-
          ce e l'ostruzionismo maschile non solo in campo culturale. Era impensa-
          bile, fino ad allora, che le donne si occupassero di lavoro, di commercio
          ed anche di apostolato organizzato in modo indipendente dagli uomini; e
          se ciò valeva in linea generale per tutte le donne, lo era in modo partico-
          lare per quelle dell'alta borghesia e per le nobili. Il gesuita Jean Cordier,
          nel 1643 scriveva:
             Non è sopportabile che una donna, il cui marito non sia stupido, si
          occupi di contratti e di commerci: è sufficiente che si occupi di quello che
          si svolge all'interno della casa; e se la condizione del marito la obbliga ad
          avere alcune conoscenze degli affari, che non veda oltre quello che avvie-
          ne nella bottega. Le donne devono essere come i soldati di guarnigione,
          cui non è permesso di uscire fuori dalle mura per dare battaglia. 2
             Senza lanciare nessun guanto di sfida, rifiutando il preconcetto di una
          presunta fragilità biologica della donna, Vincenzo operò una svolta de-
          cisiva e, nel consegnare loro il compito di assistere corporalmente e spi-
          ritualmente i poveri, affidò alla donna un vero incarico pubblico, un au-
          tentico ruolo nella Chiesa, una pesante, ma fondamentale responsabilità:
          la Carità. Vincenzo stesso, parlando alle dame della Carità, affermava:
             È da circa ottocento anni che le donne non hanno più incarichi pub-
          blici nella Chiesa. Prima vi erano le diaconesse, che avevano cura di si-
          stemare con ordine le donne nelle chiese e di istruirle nelle cerimonie che
          erano allora in uso. Ma al tempo di Carlo Magno, per una misteriosa dire-
          zione della Provvidenza divina, quest'usanza venne meno e il vostro ses-
          so fu privato di ogni compito senza che da allora in poi gliene sia stato
          assegnato alcuno. Ed ecco che questa medesima Provvidenza si è rivol-
          ta ad alcune di voi per supplire a ciò che mancava nel servizio ai poveri. 3
             Fin dal regolamento della prima "Confraternita della Carità" (1617),
          composta da 12 donne di Chatillon, Vincenzo sottolinea le due grandi
          prerogative della loro azione. La carità come segno infallibile di appar-
          tenenza a Cristo e l’organizzazione di gruppo come metodo indiscusso
          di lavoro:
             Poiché la carità verso il prossimo è un segno infallibile dei veri figli
          di Dio e uno dei suoi principali atti è visitare e nutrire i poveri malati, alcu-


          2  Cf. L. Nuovo, L'avventura della carità Santa Luisa De Marillac, CLV, Roma 1991, 9-10.
          3  San Vincenzo de Paoli, Opere. Documenti, vol. 11, CLV 2019, 742.

                                                             2/duemiladiciannove  33
   46   47   48   49   50   51   52   53   54   55   56