Page 8 - Annali_Dicembre
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sone che vivono in un paese diverso da quello in cui sono nate e la ten-
          denza è in crescita. In America Latina fuggono da governi corrotti che,
          spesso collusi con governi e finanza dei paesi ricchi, sfruttano le risor-
          se, impoveriscono la popolazione, lasciano crescere la malavita. Anche
          in Africa non mancano le risorse naturali ma ancora esistono i monopoli
          dei paesi europei che affamano le genti, depauperano i territori, rendono
          sempre più fragili le condizioni climatiche. «Molti di coloro che detengo-
          no più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi so-
          prattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi» . Nel Vicino
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          Oriente uomini, donne e tanti tanti bambini, stremati da decenni di guerre
          cercano la salvezza verso l’Europa, ma anche la guerra è alimentata da
          brama di ricchezza e di potere. I pochi che vedono la fragilità di questa
          pietra preziosa che è la Terra, cercano di farlo comprendere ma spesso il
          loro grido è sopraffatto da rumori senza senso, da un mare di vuote pa-
          role, dall’intontimento degli slogan. Quest’anno due persone ritireranno il
          premio Nobel per la pace, consegnato il 10 dicembre, settantesimo an-
          niversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo; esso è stato assegna-
          to a Denis Mukwege che in Congo, con una compassionevole opera, ha
          aiutato migliaia di donne e ragazze sopravvissute a stupri e abusi sessuali
          nella Repubblica democratica del Congo orientale. Nonostante un atten-
          tato alla sua vita, nonostante le aggressioni alla sua famiglia, nonostante
          le minacce, il dottor Mukwege continua la sua opera infaticabile. Con lui
          ha avuto questo premio Nadia Murad, una giovane yazida, vittima di stu-
          pro e di abusi di ogni genere che, dopo essere fuggita e attraverso mille
          peripezie, ha raccontato all’Onu la sua vicenda. È stata una scelta terribi-
          le: «Decidere di raccontare la verità è stata una delle decisioni più difficili
          che abbia mai preso, ma è stata anche la più importante».
             Stuprata, venduta come schiava con altre centinaia di donne e bam-
          bini, ha visto uccidere sei suoi fratelli e gettare in una fossa comune sua
          madre, ha visto suoi parenti lasciati insepolti. Ha chiesto ai politici delle
          Nazioni Unite e a tutti noi: «Se non colpisce le vostre coscienze questo,
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          che altro?» .
             C’è speranza per la nostra indifferenza? C’è speranza? Sì, perché
          Nadia ripete «Il mondo ha un solo confine, quello dell’umanità» e quel
          confine noi difendiamo. §


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          9 Cfr. Nadia Murad, discorso alle N.U. 2015 (YouTube) e l’autobiografia “L’ultima ragazza”

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