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Bisogna però avere Gesù nel cuore. «Spero in una conversione dei
cuori,» ha continuato la Presidente, «così come è accaduto a S. Vin-
cenzo in quel lontano 1617 a Chatillon divenendo quel gigante della
Carità che ha saputo accendere un fuoco che ancora oggi si span-
de nel mondo per reclamare Giustizia».
«La carità, come mostra il carisma vincenziano, non è solo bene, ma
va vissuta e fatta bene, senza creare mai dipendenze e disimpegno», ha
detto l’arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, Monsignor Bruno Forte,
intervenuto al Convegno, ricordando la madre nella sua attività di volon-
taria vincenziana.
«Occorre conoscere le povertà da vicino», ha esortato Monsignor
Forte, «immigrazione, emigrazione, rifugiati, poveri in condizioni di mar-
ginalità economica per disoccupazione, abbandono relazionale e disabi-
lità fisiche e/o psichiche, sono le realtà di cui dobbiamo tenere conto».
Egli ha ricordato le parole del Papa quando ha parlato agli studenti del-
le scuole gesuite: «Non si può parlare di povertà, povertà astratta, quel-
la non esiste. La povertà è la carne di Gesù povero, in quel bambino che
ha fame, in quello che è ammalato, in quelle strutture sociali che sono in-
giuste. Andate e guardate lì la carne di Gesù...».
Il Papa, ha detto ancora Padre Bruno, quando parla dei poveri lo fa
ricordando volti e situazioni vissute nei diversi contesti dell’America Lati-
na. Lo spreco alimentare con le tonnellate di cibo buttato via, tipico degli
stati più ricchi, è un furto fatto ai poveri. Si può dire che, mentre la società
del benessere volge al tramonto perché basata sulla menzogna dell’eco-
nomia virtuale e non più sulla realtà produttiva del lavoro, il Papa riesce a
dar voce a chi voce non ha ricordando a tutti, quegli uomini, quelle donne
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