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LA NOSTRA STORIA reghiera dei “Ribelli per
amore”, Signore facci
Teresio Olivelli: Pliberi.
il primo beato tra bertà, facci liberi e intensi: ali-
...Dio, che sei Verità e Li-
i volontari vincenziani ta nel nostro proposito, tendi
la nostra volontà, moltiplica le
Bellagio (CO) 1916 - 1945 (lager di Hersbruck in Germania)
nostre forze, vestici della Tua
a cura di Paola Soresina Santagostino armatura. Noi Ti preghiamo,
Signore. Tu che fosti respinto, vi-
tuperato, tradito, perseguitato, croci-
fisso, nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell’indigenza via-
tico, nel pericolo sostegno, conforto nell’amarezza...
Nulla meglio di questa preghiera esprime la personalità del Beato Te-
resio Olivelli: scritta da lui e da lui interpretata con la sua stessa vita.
Nato sul lago di Como, si trasferì presto con la famiglia a Mortara, dio-
cesi di Vigevano, dove visse la sua giovinezza; si laureò quindi in legge
all’Università di Pavia, alunno del Collegio Ghislieri, nel 1938. È di questo
periodo l’adesione all’Associazionismo cattolico, Azione Cattolica e Fuci,
e del mondo religioso ambrosiano diventa uno dei protagonisti, fino alla
partenza per Torino dove sarà professore assistente in quell’Università.
La sua vita, impregnata di cristianesimo, lo porterà anche a parteci-
pare alle Conferenze di San Vincenzo per servire i poveri. “Farsi prossi-
mo” era la forma concreta del suo essere cristiano.
Leggeva gli avvenimenti della vita come una chiamata, alla quale ri-
spondeva sempre con entusiasmo e con coraggio. Quando non poteva
fare altro, non riuscendo a realizzare quello che avrebbe voluto per i po-
veri, li affidava al Padre dei poveri: Gesù.
Divenne membro attivo della Conferenza maschile di San Vincenzo,
fondata nel 1928, nella Parrocchia di San Lorenzo a Mortara, e nel 1953
figura in un elenco di confratelli defunti, ricordato per le sue particolari
doti di altruismo: il Beato Teresio, vero esempio di volontario vincenziano.
Il gruppo maschile affiancò per molti anni l’Associazione femminile
“Dame della carità”, sorta già rigogliosa nel 1920, che continua ancora
adesso la sua opera infaticabile di bene.
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