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La Conferenza, nata dall’entusiasmo di 2 volontari anziani e 7 giova-
ni, continuò la sua missione per diversi decenni, seme della carità di Dio,
attenta ai bisogni materiali e spirituali dei poveri. Servire Cristo era il loro
vero programma. Il soccorso agli indigenti e agli ammalati, fornendo loro
indumenti, cibarie e offerte, era fatto con umiltà e dolcezza, mediante la
visita a domicilio.
La visita ancora adesso è l’opera speciale e fondamentale dei Grup-
pi di Volontariato vincenziano.
Un punto particolare del regolamento stabiliva che ogni settimana un
socio della Conferenza facesse a nome di tutti una visita al Santo Taber-
nacolo e sostasse in preghiera.
Teresio Olivelli si sentiva chiamato dal Signore in tutti i suoi compiti:
non fuggì mai neanche le realtà più pericolose, quelle più a contatto con
il male, perché sapeva che lì poteva esercitare la carità.
“Non posso lasciarli soli, vado con loro”.
Fu con questo autentico spirito
evangelico che si arruolò con gli Al-
pini, nella campagna di Russia del
1941-1943: lassù sui campi di bat-
taglia consolava i feriti, aiutava i
compagni disperati, pregava per i
morti. Sottotenente nella Divisione
Tridentina, militare cristiano, pre-
gava e sosteneva i suoi Alpini con
il Rosario serale, incoraggiando e
confortando i più deboli e indifesi.
Al rientro in Patria partecipò
alla resistenza, ma non amava de-
finirsi partigiano: di sé diceva di es-
sere “un ribelle per amore”. “Ribel-
le” perché “reversus ad bellum”.
E spiegava: “Ultimata la guer-
ra, deposte le armi materiali, ri-
prenderemo la nostra ribellione
contro il putridume in cui è immer-
sa l’Italia svirilizzata, prostituita nei
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