Page 26 - index
P. 26
Papa Francesco ci ricorda che
per S. Vincenzo “la preghiera è es-
senziale. È la bussola di ogni giorno,
è come un manuale di vita, è il “gran-
de libro del predicatore”,…è fermarsi
davanti a Dio per stare con Lui, dedi-
carsi semplicemente a Lui. È questa
la preghiera più pura, quella che fa
spazio al Signore e alla sua lode, e a
nient’altro: l’adorazione … Ecco l’a-
dorazione: mettersi davanti al Signo-
re, con rispetto, con calma e nel si-
lenzio, dando a Lui il primo posto,
abbandonandosi fiduciosi. Per poi
chiedergli che il suo Spirito venga a
noi e lasciare che le nostre cose va-
dano a Lui … Chi adora, chi frequen-
ta la sorgente viva dell’amore non
può che rimanerne, per così dire,
‘contaminato’”.
Come vincenziani, ci sentiamo
chiamati all’azione: all’evangelizza-
zione e al servizio dei poveri. San
Vincenzo è l’uomo del concreto, del
pratico, è diffidente verso tutto ciò che
rimane a livello puramente mentale e di
sentimento. Ci ricorda che dobbiamo dar-
ci da fare “con il sudore della fronte e la fatica delle braccia” e cita il detto:
“Tutto il nostro impegno consiste nel passare all’azione” (SVit X, 32-33).
Ma il nostro sarebbe un battere l’aria se ad operare in noi non fosse lo Spi-
rito di Dio: “È necessario che Gesù Cristo stesso agisca con noi, e noi con
lui; che noi operiamo in lui e lui in noi; che parliamo come lui e nel suo spi-
rito...” (SVit X, 275-276).
Da noi stessi non siamo niente e non possiamo niente. È la conforma-
zione a Gesù Cristo che dà consistenza e fa raggiungere risultati impen-
sabili. San Vincenzo ci assicura: “Se non possiamo nulla da soli, possia-
mo tutto con Dio. Sì,… perché abbiamo in noi il germe dell’onnipotenza di
Gesù Cristo” (SVit 10, 178). §
24 2 / duemiladiciotto