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servire sono due atteggiamenti che non si possono separare, ma che de-
vono andare sempre insieme. Adorare il Signore e servire gli altri, non te-
nendo nulla per sé”. E nell’omelia della Messa a Santa Marta il 7 settem-
bre dello stesso anno, commentando il vangelo del cieco nato che dopo
aver acquistato la vista si prostra ad adorare Gesù, aggiungeva che “l’a-
dorazione davanti a Gesù, la preghiera di adorazione davanti a Gesù” è “il
segno che una persona è un cristiano con Cristo”.
Siamo chiamati, dunque, non solo a lodare e ringraziare Dio, non solo
a supplicarlo per avere da lui quanto ci occorre, ma soprattutto ad “ado-
rarlo insieme ai suoi angeli”, come ci esorta il Salmo 96. “Adorare, con pic-
cole preghiere”, in particolare con il “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spiri-
to Santo”, col silenzio davanti alla grandezza di Dio, adorare Gesù e dire:
Tu sei l’unico, Tu sei il principio e la fine e con Te voglio rimanere tutta la
vita, tutta l’eternità. Tu sei l’unico”. E così anche “cacciare via le cose che
m’impediscono di adorare Gesù” (Omelia a Santa Marta, 9 gennaio 2017).
Alla scuola di San Vincenzo de’ Paoli
Papa Francesco stesso rimanda noi vincenziani al nostro Santo Fon-
datore dicendoci che “sono innumerevoli gli inviti di San Vincenzo a colti-
vare la vita interiore e a dedicarsi alla preghiera che purifica e apre il cuore”.
Per Vincenzo è fondamentale l’adesione a Gesù Cristo, il vivere di lui e
per lui, l’essere animati e guidati dal suo Spirito. Ma perché questo si rea-
lizzi occorre coltivare la propria unione con Dio nell’orazione. Arriva a dire
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