Page 9 - Annali Carita
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Questioni  Sfare  il  prete.  Dio  gli  diede   tre si ammetteva la tortura. In pratica questo permetteva processi brevi
 TEMA DEL MESE
 an Vincenzo (1581-1660)
             Seguiva il processo, in cui non era previsto l’avvocato difensore, men-
 aveva scelto un mestiere:
          ma pene crudeli, in quanto i carcerati venivano amputati, marcati, squar-
 di penna  una vocazione. Ma senza angeli.   tati, impiccati. E tutto ciò in pubblico, sulla piazza di Grève dove i curio-
 «Ho visti questi poveri
 trattati come bestie!»
 Vincenzo, che era un uomo pra-
          si assistevano allo spettacolo e passavano il tempo. Allora nessun prete
 San Vincenzo e i carcerati  tico, non fu mai guidato da luci   entrava nelle prigioni. In questo tempo si riteneva che i condannati subis-
          sero una giusta condanna e non si pensava ad evangelizzarle. Vincenzo
 dall’alto. I segni di Dio li trovò in
 (X, 125)
 EDITORIALE  basso, impressi nella terra e nel   andò contro corrente.
 a cura di Nome Cognome  dolore della gente.
 a cura di Padre Luigi Mezzadri  Ho baciato quelle catene
 Prete senza popolo si diede da
 fare per cercare un popolo. La sua   Nel linguaggio comune si parla di “avanzi di galera”. Quale il rapporto
 fortuna, o meglio il trabocchetto di Dio, fu di essere stato fatto schiavo in   fra prigione e galera o galeotto? La galera era una nave da battaglia con
 Tunisi per un anno circa (1605-1607). Fu una scuola importante. Conob-  alcuni cannoni e mortai petrieri che trasportava un centinaio di soldati.
 be dall’interno un mondo diverso ma soprattutto la detenzione lo aiutò   Essa si muoveva non tanto con le vele,
 a capire che la condizione umana non è di essere lupi famelici perenne-  ma con la forza di 250 rematori. Si era così
 mente a caccia di prede. Capì l’obbedienza, ma la praticò non con il pi-  risolto il problema del sovraffollamento
 glio dei militari, ma con la pacatezza di chi sogna sotto un cielo gremito   delle prigioni, in quanto i carcera-
 di stelle in terre lontane.   ti, donne escluse, erano utilizza-
          ti come forza motrice. I criminali,
 Fuggito dalla Tunisia ritornò in Francia. Nel 1608 arrivò a Parigi, ove   dopo la condanna, erano rinchiu-
 scoprì un’altra prigionia, quella della povertà, sofferta da un buon 20% di   si a Parigi nella prigione vicino alla
 una popolazione di circa 450.000 abitanti. I detenuti in questa prigione   chiesa di San Rocco in celle tal-
 avevano una sola via d’uscita: la morte.  mente piccole, che si diceva che
          “vi marcivano vivi”.
 Recludere e punire  Periodicamente venivano le-
 Scoprì anche le prigioni vere e proprie. In teoria il carcere – secondo   gati alla “catena”, un lungo e do-
 il diritto romano – non doveva essere un luogo di punizione, ma di deten-  lente corteo di disperati, che
 zione in attesa di giudizio. Vincenzo quando si affacciò sulle varie prigioni   conduceva i forzati da Parigi a
 (Bastiglia, Vincennes, Bicêtre…) vide un inferno peggiore di quello dan-  Marsiglia. In questo porto erano
 tesco. La Compagnia del SS. Sacramento ci ha lasciato questo epitaffio:   all’ancora le galere reali, che inal-
 «Di un luogo di penitenza e di dolore se n’è fatto una cloaca di prostitu-  beravano nomi lirici: la  Princes-
 zione e di scandalo». I prigionieri, secondo un decreto del 1650, dove-  se, la Reine, la Capitaine.
 vano pagare 3 soldi al giorno se volevano dormire in un letto da soli o
 un soldo se invece si accontentavano di dormire in tre per letto. La po-
 polazione carceraria era promiscua. Erano reclusi insieme uomini, don-
 ne e bambini, ladri e assassini, prostitute e bestemmiatori, falsari, truffa-  Pietro  Micheli,  San Vincenzo de’ Paoli
 tori, debitori insolventi. Per somma disgrazia il pericolo maggiore veniva   fugge dalla prigionia, Genova, Chiesa
 dai custodi, che si sentivano autorizzati ad ogni sopruso.   della missione.

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