Page 8 - Annali Carita
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Questioni Sfare il prete. Dio gli diede tre si ammetteva la tortura. In pratica questo permetteva processi brevi
TEMA DEL MESE
an Vincenzo (1581-1660)
Seguiva il processo, in cui non era previsto l’avvocato difensore, men-
aveva scelto un mestiere:
ma pene crudeli, in quanto i carcerati venivano amputati, marcati, squar-
di penna una vocazione. Ma senza angeli. tati, impiccati. E tutto ciò in pubblico, sulla piazza di Grève dove i curio-
«Ho visti questi poveri
trattati come bestie!»
Vincenzo, che era un uomo pra-
si assistevano allo spettacolo e passavano il tempo. Allora nessun prete
San Vincenzo e i carcerati tico, non fu mai guidato da luci entrava nelle prigioni. In questo tempo si riteneva che i condannati subis-
sero una giusta condanna e non si pensava ad evangelizzarle. Vincenzo
dall’alto. I segni di Dio li trovò in
(X, 125)
EDITORIALE basso, impressi nella terra e nel andò contro corrente.
a cura di Nome Cognome dolore della gente.
a cura di Padre Luigi Mezzadri Ho baciato quelle catene
Prete senza popolo si diede da
fare per cercare un popolo. La sua Nel linguaggio comune si parla di “avanzi di galera”. Quale il rapporto
fortuna, o meglio il trabocchetto di Dio, fu di essere stato fatto schiavo in fra prigione e galera o galeotto? La galera era una nave da battaglia con
Tunisi per un anno circa (1605-1607). Fu una scuola importante. Conob- alcuni cannoni e mortai petrieri che trasportava un centinaio di soldati.
be dall’interno un mondo diverso ma soprattutto la detenzione lo aiutò Essa si muoveva non tanto con le vele,
a capire che la condizione umana non è di essere lupi famelici perenne- ma con la forza di 250 rematori. Si era così
mente a caccia di prede. Capì l’obbedienza, ma la praticò non con il pi- risolto il problema del sovraffollamento
glio dei militari, ma con la pacatezza di chi sogna sotto un cielo gremito delle prigioni, in quanto i carcera-
di stelle in terre lontane. ti, donne escluse, erano utilizza-
ti come forza motrice. I criminali,
Fuggito dalla Tunisia ritornò in Francia. Nel 1608 arrivò a Parigi, ove dopo la condanna, erano rinchiu-
scoprì un’altra prigionia, quella della povertà, sofferta da un buon 20% di si a Parigi nella prigione vicino alla
una popolazione di circa 450.000 abitanti. I detenuti in questa prigione chiesa di San Rocco in celle tal-
avevano una sola via d’uscita: la morte. mente piccole, che si diceva che
“vi marcivano vivi”.
Recludere e punire Periodicamente venivano le-
Scoprì anche le prigioni vere e proprie. In teoria il carcere – secondo gati alla “catena”, un lungo e do-
il diritto romano – non doveva essere un luogo di punizione, ma di deten- lente corteo di disperati, che
zione in attesa di giudizio. Vincenzo quando si affacciò sulle varie prigioni conduceva i forzati da Parigi a
(Bastiglia, Vincennes, Bicêtre…) vide un inferno peggiore di quello dan- Marsiglia. In questo porto erano
tesco. La Compagnia del SS. Sacramento ci ha lasciato questo epitaffio: all’ancora le galere reali, che inal-
«Di un luogo di penitenza e di dolore se n’è fatto una cloaca di prostitu- beravano nomi lirici: la Princes-
zione e di scandalo». I prigionieri, secondo un decreto del 1650, dove- se, la Reine, la Capitaine.
vano pagare 3 soldi al giorno se volevano dormire in un letto da soli o
un soldo se invece si accontentavano di dormire in tre per letto. La po-
polazione carceraria era promiscua. Erano reclusi insieme uomini, don-
ne e bambini, ladri e assassini, prostitute e bestemmiatori, falsari, truffa- Pietro Micheli, San Vincenzo de’ Paoli
tori, debitori insolventi. Per somma disgrazia il pericolo maggiore veniva fugge dalla prigionia, Genova, Chiesa
dai custodi, che si sentivano autorizzati ad ogni sopruso. della missione.
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