Page 13 - Annali Carita
P. 13
Da qui doveva scaturire la TEMA DEL MESE ose e persone trasudano no-
Lavoriamo, com-passione, che non è steri- stalgia, desideri velati o urlati
le lacrimuccia, ma partecipazio- Carceri. Cdi mani che accarezzino il vol-
lavoriamo, ne piena come l’Uomo della Cro- to dei pensieri, di fierezza evocativa
ce al male del mondo: «Essere Esperienza Sassari dignità calpestata, di perdoni sde-
andiamo ad cristiani e vedere il proprio fratel- gnati, di altri negati.
lo afflitto, senza piangere con lui, a cura di Isa Sarullo Si sente ovunque lo stupore dell’at-
assistere la povera senza essere ammalato con lui! È tesa, del tempo sospeso, di quello rotto
essere senza carità, è essere cri-
gente... che aspetta stiani dipinti, non avere umanità, dalle fredde voci della quotidianità, generosa di vuoti di silenzio, di frago-
re di ferro, di richiami da un’eco che si sbatte contro le veglie sempre al-
è essere peggiori delle bestie!»
un aiuto dai noi! (XII, 271, cfr. anche XI, 340-342). lertate del cuore e della mente e contro i muri costruiti con le pietre del-
la legge. Le carceri sono ovunque, nuove o graffiate dal tempo, chiare
La com-passione doveva però come un presagio di speranza o scure come una memoria di condanna,
diventare azione. Era diffidente delle sempre a ricordare che la vita non è uno scherzo, che la parola “consa-
buone intenzioni, dei sentimenti. Amare è fare. pevolezza” è la chiave di lettura dell’esistenza.
Occorre passare dall’amore affettivo a quello effettivo. «Lavoriamo, Sipario sempre aperto in un teatro chiuso da storie di cemento vissu-
lavoriamo, andiamo ad assistere la povera gente... che aspetta un aiuto te da un’umanità spogliata di diritti e di aspirazioni al riscatto. Storie che
da noi!» (XI, 444-445). § galleggiano tra rituali scanditi da orologi che battono suoni sospesi afoni
di speranza che l’orecchio di chi ascolta “da fuori” riconosce come fratelli
di lamenti, di dolore, di solitudine, ostinazione, disperazione, pentimento.
Così passano i mesi, gli anni, lunghe strisce di vita che non cambia-
no pelle agli occhi di quel mondo esterno che un giorno ha condannato e
buttato la chiave della cella. Né meno severo sarà, molto spesso, il giudi-
zio dei compagni di viaggio, in nome di leggi non scritte a cui non sempre
sono sufficienti “spazi protetti”. Compresi quelli che nei cuori ospitano
profondi e sinceri sensi di colpa.
Fratello, cosa vedi dalla tua
cella? S’imbrigliano tra le grate Forse il filo
le emozioni e hanno tutte aspri
sapori. Le fai scivolare nei labi- dell’aquilone si
rinti dei sentimenti e in questi
percorsi roteanti incrociano cen- potrà spezzare
tinaia di storie, di visi, di ostilità,
di progetti, di vendette, colpe e e farne perdere
redenzioni. Diventi anello di rete,
coprotagonista di rapporti stra- le tracce
ordinari che si intersecano in ric-
10 3 / duemiladiciotto 3/duemiladiciotto 11