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dei casi circa, i beneficiari raggiunti saranno residenti al Sud (dove peral-
tro l’incidenza di povertà assoluta è del 48% nel 2017), il 30% dei benefi-
ciari risiederà secondo le stime al Nord (dove invece l’incidenza di povertà
assoluta è del 37%) e il 20% al Centro (incidenza di povertà assoluta del
15%). I poveri assoluti del Nord non verranno quindi raggiunti tutti.
L’altra porzione di esclusi dalla misura è un effetto della introduzione di
un criterio restrittivo sulla residenza. Contrariamente a quanto previsto dal
REI, che richiedeva la cittadinanza italiana e la residenza continuativa in
Italia per gli ultimi due anni, col Reddito di cittadinanza si limita l’accesso a
coloro che risiedono in Italia da dieci anni di cui gli ultimi due in via conti-
nuativa. A parte l’indubbia incostituzionalità di questo vincolo e il fatto che
esso contravvenga a precise direttive europee in materia, si è fatto pre-
sente in sede di audizioni parlamentari, che una misura di contrasto alla
povertà per sua stessa natura dovrebbe essere inclusiva e non dovrebbe
risultare discriminante nei confronti di alcune fasce della popolazione (stra-
nieri e senza dimora). Inoltre non solo non si è tenuto conto di questo ri-
lievo sollevato da più parti, ma nel corso dell’iter parlamentare è stato ul-
teriormente esacerbato questo aspetto, introducendo un emendamento
che prevede per gli stranieri extra UE la certificazione, da parte del paese
di appartenenza, del reddito, patrimonio e composizione nucleo familiare,
tradotta in italiano e legalizzata dall’Autorità consolare italiana.
Importi e aspettative
Un’ultima questione riguarda le aspettative in ordine alla consistenza
degli importi spettanti ai beneficiari. Su questo in particolare occorre fare
chiarezza per evitare equivoci e nutrire false aspettative.
La cifra di 780 euro di cui si parla da tempo corrisponde all’ammon-
tare spettante a un beneficiario single che abbia un reddito pari a zero e
un affitto almeno pari a 280 euro al mese. Il contributo del reddito di cit-
tadinanza si compone infatti di due elementi: un contributo al reddito, che
per un single può essere fino a un massimo di 500 euro al mese/6.000
euro l’anno (in base all’ISEE) mentre per le famiglie è parametrato in base
a un coefficiente che tiene conto della presenza di minori e del numero
di componenti; e un contributo alle spese di affitto fino a un massimo di
3.360 euro l’anno o di mutuo fino a 1.800 euro l’anno. Se il nucleo non
ha spese di affitto o di mutuo le corrispondenti quote mensili non vengo-
no corrisposte e di conseguenza l’importo si riduce.
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