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Più poveri ma con esclusi
Con uno stanziamento complessivo di 8 miliardi, il Reddito di cittadi-
nanza rappresenta il trasferimento più cospicuo in favore delle persone in
povertà mai realizzato prima nel nostro paese.
Rispetto ai 2,1 miliardi della precedente misura del REI, l’incremento
è stato di 6 miliardi.
Se questa è una buona notizia, bisogna d’altro canto dire che, pro-
prio come ci dimostra l’esperienza del REI, queste misure producono
notevoli impatti sui servizi locali di welfare che sono chiamati ad attuarle:
nuove procedure da seguire, un’utenza che aumenta considerevolmen-
te e tutto questo in un contesto di insufficienza degli organici dei servizi
stessi (sia servizi sociali che CPI).
Dunque un finanziamento così consistente come quello del Reddito
di cittadinanza richiederà tempo per poter produrre gli effetti sperati sul
potenziamento dei servizi e per garantire un funzionamento adeguato a
regime della misura stessa. Come si è verificato per il REI, è molto proba-
bile che in una prima fase vengano sacrificati, per l’impossibilità di realiz-
zarli per tutti, i percorsi di attivazione sociale e lavorativa e che la misura si
riduca a un mero contributo economico per la gran parte dei beneficiari.
Le stime dicono che saranno circa 1,3 milioni i nuclei potenziali bene-
ficiari della misura, corrispondenti a 3,5-4 milioni di persone. Si triplica il
numero di nuclei beneficiari rispetto ai 462.000 che hanno ricevuto il REI
nel 2018. Dovrebbero essere raggiunti col Reddito di cittadinanza i due
terzi della popolazione in povertà assoluta. L’adozione di una soglia ISEE
più alta rispetto a quella del REI (da 6.000 euro a 9.360 euro) ha consen-
tito di ampliare considerevolmente la platea dei beneficiari.
Tuttavia vi sono degli esclusi. Siccome questa soglia è unica su tutto il
territorio nazionale e non tiene conto del differente costo della vita nelle di-
verse aree del paese, si generano delle sperequazioni rispetto alla coper-
tura territoriale dei beneficiari in povertà assoluta. In particolare, nel 50%
L’oscillazione tra povertà e lavoro
non ha aiutato a fare chiarezza
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