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TEMA DEL MESE Arte è pensiero ed emozio-
ne, storia individuale e col-
I messaggi dell’arte L’lettiva, mezzo di comunica-
zione, fonte di messaggi, di armonia,
di equilibrio. Perché un quadro si rac-
a cura di Isa Sarullo
conta in una grande sinestesia di ge-
sti, sguardi, ambienti, umanità. Il suo è
un linguaggio visivo che, pur avendo un suo
tempo, si presta ad essere letto come il tempo della vita che lo spettato-
re filtra, lasciando passare quello che le sue più intime scelte suggerisco-
no in modo più o meno consapevole. E l’immagine ha un impatto emo-
tivo diretto: la guardiamo, la riconosciamo dentro di noi, la accogliamo.
Questa pagina ci propone un dipinto custodito nella Parrocchia di san
Vincenzo a Bologna, uno dei tanti che raccontano la storia della Carità di
un santo, appunto san Vincenzo de’ Paoli, attorniato da figure significa-
tive (un uomo, dei bambini, una Figlia della Carità). Il quadro assolve de-
gnamente al compito di valorizzare la funzione nobilmente pedagogica
dell’arte. Correva il secolo XVII e l’Apostolo della carità veste definitiva-
mente il suo fare e il suo dare dell’abito, esemplare di innamorato e fede-
le assistente del Cristo-povero, da soccorrere e accompagnare in spirito
di semplicità, amabilità e mitezza. E Vincenzo lo fa, con tutta la tenerezza
e la compassione che, nella reciprocità del rapporto, diventa scambio di
dono divino. Vincenzo, nella tela, si colloca in un piano superiore rispetto
a quello degli altri personaggi, non certo per rispondere ad una esigen-
za di superiorità personale, ma perché la celebrazione e l’esaltazione del-
la sua umile e sofferta missione venisse degnamente esaltata. Lo sguar-
do chino, l’abbraccio protettivo, il pane nella mano che si tende verso il
fratello, sono indicatori irresistibili della vitalità di un amore gratuito che è
linfa irrinunciabile per un magistero di forte testimonianza. Nel dinamismo
del passaggio naturale dall’amore per Dio a quello per il prossimo, l’inti-
mità affettiva pretende, per diventare utile azione, la traduzione concreta
in un amore effettivo che dia forza alle nostre braccia e imperli di sudo-
re la nostra fronte, finalizzi “il fare” attraverso la sofferenza, la mortifica-
zione, l’accettazione, la condivi-
sione, l’efficacia della missione.
Erano allora tanti, e sono oggi Fame di pane,
tanti, i dimenticati della società.
Cristo bussa alle porte del mon- di giustizia, di Dio.
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