Page 15 - Aprile
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Quella che Padre Manzella, Servo di Dio, chiamava “l’altra fame”.
             “Attirami, noi correremo all’effluvio dei tuoi profumi” (Ct 1,4). Così ali-
          menteremo il desiderio di Lui con l’olio per la lampada che rafforzerà il gri-
          do di richiamo, l’invocazione di una povertà che aspetta di condividere il
          respiro della vita. Ne aspetta la tenerezza, l’intensità, la gratuità, la gioia.
             Attirami, noi correremo. E faremo memoria di quanto avuto, conqui-
          stati dalle delizie della comune cena. Ad ogni passo l’ansia dello smarri-
          mento, la fretta dell’abbraccio, la commozione dell’incontro. L’opportu-
          nità è ombra al tuo corpo: il viso di un fratello, il battito lento di un cuore
          malato, il disorientamento di un’anima, l’attesa della morte…..
             Attirami, noi correremo. E tutto si riempirà di senso, di meraviglia, di
          gratitudine.
             Ma perché questa arsura?
             Sarà l’ombra della croce che pesa sulle coscienze, saranno i figli mai
          nati o mai sepolti, sarà il paradiso perduto alla cui porta guardano occhi
          antichi pieni di lacrime, sarà la pace che ha perso i suoi scudi, saranno i
          nomi che hanno perso la dolcezza come i colori l’intensità, i suoni le vi-
          brazioni, le difese il vigore, le campane la forza del richiamo, gli altari la
          sacralità, la vita il valore…

             Sarà questo e altro. Ma, in fondo, è una questione d’Amore. Di pat-
          ti d’Amore per il tempo delle risposte quando, con S. Agostino potre-
          mo dire: ”Tardi ti amai…tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo…eri
          con me e non ero con te…mi chiamasti e il tuo grido sfondò la mia sordi-
          tà; balenasti e il tuo splendore dissipò la mia cecità….gustai e HO FAME
          E SETE….sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te“ (Le Confessioni
          10,27). Così supereremo l’analfabetismo dell’ignoranza, il rifiuto del far-
          ci grembo per gli altri, impareremo coerenze nello stupore riconoscente
          di uno straordinario “amore di elezione”. Un amore che ci chiede il nostro
          tempo e ci regala il suo, che ci conosce da sempre, che interroga l’uo-
          mo e la storia, la vita e la morte a cui dà senso. Un amore che vogliamo
          ricordare con le parole di Osea:
             “Io ti sposerò…mia diletta…per l’eternità…nella mia misericordia e ti
          darò per dote un tesoro di misericordia. Io so bene che tu non mi porterai
          che un tesoro di miserie, ma io ti perdonerò sempre…perché ti ho scelta
          non perché eri innocente, ma perché eri miserabile….”
             Come potremo mai resistere ad una tale dichiarazione d’amore?. §


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