Page 47 - Annali settembre
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sede) molto interessanti, sempre con la possibilità di intervenire per chie-
dere spiegazioni o per esporre problemi.
1. Che cosa significa leadership consapevole? In altre parole come
dovrebbe essere un leader vincenziano e che cosa occorre fare, che
cosa può servire per migliorarsi.
a. È evidente che per prima cosa, direi conditio sine qua non, occorre
lasciarsi guidare da Gesù, dalla sua parola, dalle scritture e guarda-
re a San Vincenzo come ad un modello: sappiamo che è un modello
irraggiungibile, ma sappiamo anche che è nostro compito operare in
modo da seguirlo sempre di più.
b. Ascoltare, ascoltare, ascoltare e comprendere, superare le reazio-
ni immediate, quasi automatiche, evitare di essere subito spaventa-
ti dalla molteplicità dei problemi ma piuttosto partecipi delle difficoltà.
c. Occorre incoraggiare ed entusiasmare i gruppi, ciò è tanto più diffi-
cile in quanto noi abbiamo molti limiti e vediamo gli errori e i limiti al-
trui, non si tratta di non correggerli ma di muoverci con umiltà, con-
dividendo e cercando di comprendere. Nessuno sbaglia perché vuol
sbagliare ma perché non è riuscito a far meglio, quindi dobbiamo aiu-
tare a rimuovere gli ostacoli.
d. Avviare una comunicazione positiva, costruttiva, capace di valorizza-
re le capacità che indubbiamente sono in ogni persona e valorizzarle,
senza mai pensare che ci sia una sola via per un certo obiettivo o per
un determinato compito.
e. Conoscere la realtà in cui il gruppo opera, come con i poveri, la visi-
ta è fondamentale, ma non per controllare, bensì per conoscere e far-
ci conoscere, umilmente riconoscendo le nostre debolezze rendiamo
l’altro più fiducioso e sereno, evitando le lezioni e le parate che servo-
no raramente (hanno spesso il valore di un riconoscimento pubblico
per i volontari che operano in un certo contesto, nulla più).
2. Come migliorarci?
a. Avere sempre l’umiltà di ascoltare e dedicare tutto il nostro essere
all’ascolto, evitando l’aria di aver già capito o di annoiarci, un ascol-
to autentico è difficile perché parte da noi che siamo limitati, quindi
quando c’è difficoltà di comprensione, dobbiamo chiederci prima di
tutto dove abbiamo sbagliato.
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