Page 26 - Annali settembre
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Vincenzo, ormai pieno di zelo per le anime della povera gente, non si
          scoraggia. Cerca e trova collaborazione. Si impegna per la rinascita spi-
          rituale e pastorale di quella porzione di popolo di Dio. Qui si ritrova a
          vivere l’esperienza fondante della nostra associazione. Le parole
          con cui Vincenzo stesso racconta cosa accadde le conosciamo bene (cf.
          SV IX, 188). A me piace ricordarlo attraverso le parole cariche di poesia e
          sentimento di padre Biagio Falco CM.
             In questa fragile, feconda zolla di terra, luogo e storia di ordinaria
          umanità, la materna mano della Provvidenza lascerà cadere il seme di
          una esperienza inedita, esaltante, dai contorni via via meno incerti, dalle
          conseguenze impensabili.
               Il 20 agosto 1617 è il giorno del Signore. Nel dorato crepusco-
            lo di una domenica d’estate danza una idea, figlia di una geniale
            coincidenza di armonie, sintonie e sinergie. La carità, effettivamen-
            te, ama tessere trame e tendere agguati a chi decida di compro-
            mettersi nei disegni di Dio. E tutto all’apparenza innocuo e casuale!

               Affrettando il passo per non tardare alla messa in parrocchia,
            qualcuno inciampa quel mattino in un muto grido di aiuto. Una pro-
            vocazione raccolta dalla polvere della strada e portata nei perimetri
            del cuore, dove incontra tenerezza e compassione.

               L’intelligenza, infine, illuminata dalla fede, resa audace dalla cari-
            tà, conferirà all’eterea forma di una intuizione, immediata come un
            brivido, la dignità e l’architettura di un progetto. Questo si concre-
            tizzerà nella passione di un impegno.
               È la storia di un granellino di luce che non morì nel tramonto di
            un giorno lontano. È storia che continua, anzi, ad affondare radi-
            ci, a moltiplicare germogli, a colmare le spighe in un campo ster-
            minato solcato da tragedie e assetato di giustizia dove si affaticano
            donne e uomini dallo sguardo penetrante, menti irrequiete, cuo-
            ri mai vuoti, mani mai stanche (brano inedito tratto da una confe-
            renza ai GVV).



             Accade qualcosa, se ne coglie l’importanza, segue un’intuizione che
          si trasforma in progetto e si traduce in impegno. Nasce l’associazione
          oggi denominata “Gruppi di Volontariato Vincenziano”.



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