Page 44 - Aprile
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ta dal sisma, mai più. Quando prende in braccio la piccola, le dice che lei
          sarà d’ora in poi la loro speranza, da lei ricominceranno a vivere. A mag-
          gio torna anche la pioggia e il freddo, ma Rosella resiste, trova del buo-
          no anche nella vita del campo, nel godere dell’odore del caffè e latte, fat-
          to dal primo che si alza al mattino. Arriva anche la Rai con la trasmissione
          in diretta “Il ruggito del coniglio”, arrivano gli artisti dell’Accademia di San-
          ta Cecilia di Roma, arriva la festa di Sant’Antonio in giugno, un tempo una
          grande occasione. La Festa viene celebrata comunque, la gente si veste
          bene, la processione passa tra le tende e vengono distribuite le “panet-
          te di Sant’Antonio”. Quando a luglio chi ha l’abitazione classificata A (non
          più a rischio) può tornare a casa, il campo si dimezza, ma alla notte tutti
          tornano insieme, la paura è ancora grande.
             Con grande spirito Rosella racconta alcuni momenti del G8, addirittu-
          ra quello sorridente in cui la Presidente della Provincia ha ricevuto il bacio
          di George Clooney che l’ha sollevata di peso: bisogna avere anche una
          dose di ironia per andare avanti.
             C’è preoccupazione perché le case non ci sono ancora ma arrivano
          anche i giovani Vincenziani e le suore: Suor Cecilia che abbraccia tutti, i
          ragazzi che “ci hanno amato come mai ci era accaduto”. Rosella scrive.
          “Devo dire che sì, c’è stato il terremoto, ma il terremoto ha abbattuto an-
          che i muri di egoismo e di chiusura e ci ha aperto un varco nel mondo …
          quello bello e pulito dell’Italia che è generosa di sé, senza chiedere nulla a
          nessuno, che nessuno mai vede, né ne parla…”.
             Per la festa di San Demetrio non si rinuncia alle funzioni, alla proces-
          sione, al pranzo insieme. Quando finalmente ad agosto arriva il caldo,
          sotto le tende si sta malissimo e l’escursione termica è temibile. Rosel-
          la, vedendo i ritardi nella consegna dei moduli abitativi, decide di costru-
          ire con i suoi nel giardino una casina di 20 metri quadrati, ma anche per
          quello ci vuole impegno, lavoro, dedizione. Gli amici, i volontari non man-
          cano mai e non viene meno il desiderio di normalità così per la Prima Co-
          munione dei bambini la tenda comune è piena di palloncini bianchi, di
          fiocchi bianchi e di fiori bianchi e suor Vincenza apre la processione “i
          genitori ed i parenti sono tutti eleganti, come ai vecchi tempi …. Sì, vo-
          gliamo tornare a vivere piano piano, e questi bei momenti ci aiutano …”.
             A ottobre incomincia il freddo, gli utenti delle tende vengono dirottati
          agli alberghi, Rosella rimane nella falegnameria di un amico e, non poten-
          do consumare i pasti fuori, mangiano tutti insieme, come una grande fa-
          miglia. “[…] ci rendiamo conto che ci eravamo abituati alle tende, a que-
          sta nuova vita. Era bello stare tutti insieme, con tutte le persone che ci


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