Page 39 - Aprile
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Fra chiacchiere conviviali si
sono inframmezzati racconti di un’esperienza
vita fatta di solitudine e disagi,
ma la cosa meravigliosa è stato emozionante
constatare che tutti questi ami-
ci erano felici per quel poco di se-
renità che veniva loro regalato e per l’accoglienza che avevamo loro ri-
servato. Erano contenti sì di mangiare, ma soprattutto erano soddisfatti
di condividere con tanti amici una mensa bene apparecchiata, di sentir-
si accolti e coccolati.
Hanno cantato e non solo in napoletano, hanno ballato, gioito, riso e
ci hanno lasciato un grande dono, la consapevolezza di quanto sia bel-
lo attuare l’insegnamento del nostro fondatore che ci invita ad esprimere
l’amore per gli ultimi non con le parole, ma con i fatti: “amiamo Dio, fratel-
li, ma a spese delle nostre braccia, con il sudore della nostra fronte”, per-
ché è questa la vera sequela Christi, spendersi per gli altri.
Al momento del congedo abbiamo dato ad ogni partecipante un pic-
colo dono, uno scaldacollo bene impacchettato, arricchito con tanti cioc-
colatini, offerto da noi volontarie, ed un bel pacchetto di confetti e cioc-
colatini offerto dai giovani del post-communio.
Tanti ci hanno chiesto di ripetere spesso una così bella giornata.
Fra le tante storie con cui siamo venute in contatto, due ci hanno par-
ticolarmente colpito:
+ la storia di due coniugi che avevano perso da poco la casa e dormi-
vano in un dormitorio, vivendo quest’esperienza con difficoltà e dolo-
re nella speranza di poter presto riavere una casa propria;
+ e quella di Rosaria una giovane disabile mentale. La storia di Rosa-
ria ci ha particolarmente commosso, perché molto indifesa e sfrutta-
ta dai fratelli che si appropriano della sua pensione per comprare spi-
nelli ed alcool.
Diceva Don Tonino Bello che Dio bussa alla nostra porta per riempire
di luce la nostra solitudine, e noi speriamo che almeno per un giorno sia-
mo riuscite a portare un po’ di luce nella grande solitudine, povertà e do-
lore che affligge la vita di tanti nostri fratelli. §
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