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tempo, per favorire l’ascolto intenso della Parola di Dio e delle parole dei
poveri, che trasformano ogni cuore di pietra (Ez 11,19) e lo riabilitano alla
misericordia e quindi alla sua dimensione umana, carnale.
La Quaresima è tempo di pellegrini, di ricercatori di perle preziose, di
pazienti esploratori che non si accontentano di rimanere sulle sponde del
fiume in attesa della pepita d’oro, ma che, inquieti, si recano di casa in
casa, custodi della promessa che “ogni cosa che avete fatto ad uno di
questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me”(Mt 25,40).
La Quaresima è Esodo, uscita da noi stessi per entrare nel mondo
dell’Altro e nel mondo degli altri, dei fratelli, del prossimo, dal cui volto riu-
sciamo a scorgere i tratti umani di Dio. I pellegrinaggi quotidiani delle Vo-
lontarie Vincenziane presso le case dei poveri, permettono di sperimen-
tare i nostri limiti umani e la conseguente tenace esigenza di incontrare
Dio. Talvolta, l’incontro con i poveri, invece, ci conferma e rassicura,
mentre in realtà deve alimentare l’inquieto bisogno di costruire un mon-
do più giusto.
San Vincenzo de’ Paoli, che prendeva sul serio il Vangelo, contempla-
va il Cristo sofferente che i poveri gli rappresentavano in maniera eminen-
te e da questa esperienza intensa, derivava l’altissima considerazione del
servizio ai poveri che egli non cessava di chiamare Grazia sublime, stra-
ordinaria, onore assolutamente immeritato e speciale vocazione.
Auguro a tutte le volontarie di vivere ogni giorno, come la comunità
dei credenti si impegna a vivere il tempo di Quaresima:
+ in cammino nel deserto per sentire la voce di Dio che parla al cuore;
+ al servizio dei fratelli più poveri nel cui volto contempliamo quello di
Dio sofferente. §
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