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Sempre dal rapporto Toniolo emerge come i giovani si sentano attrez-
zati per quanto concerne le relazioni con gli altri e per la capacità di ese-
guire e portare a termine compiti che necessitino di ragionamenti, men-
tre, pur non avendo difficoltà ad adattarsi, si percepiscono meno capaci
nella gestione e nella leadership. Emerge come competenza meno per-
cepita la gestione emotiva.
Dallo studio emerge anche come, nonostante gli innumerevoli proble-
mi della scuola italiana, proseguire gli studi fino all’istruzione terziaria può
ancora fare la differenza, anche se un’altra delle situazioni che i giovani
sono spesso costretti a vivere, per tempi più o meno lunghi, è la non cor-
rispondenza tra i propri progetti e le proprie competenze e le opportuni-
tà che gli si presentano.
Questo risulta ancor più evidente se si considera come passaggio alla
vita adulta l’avvio di una propria famiglia.
E se si evidenzia che rispetto ai coetanei europei i giovani italiani ri-
tengono adatta la stessa età per lasciare la casa dei genitori e per entra-
re nella paternità e maternità, la differenza è data dal fatto che a parità di
progetti c’è una minore determinazione nel realizzarli. Anche se, come af-
ferma lo studio: l’evidenza empirica ottenuta è tale da far mettere in primo
piano soprattutto le difficoltà oggettive nel realizzare con successo le tap-
pe di transizione alla vita adulta […] coloro che si trovano maggiormen-
te a rivedere i propri obiettivi sono coloro che presentano una condizione
lavorativa più incerta e coloro che vivono nei contesti territoriali meno fa-
vorevoli in termini di welfare e opportunità
Molti sono gli aspetti della condizione giovanile oggi che potrebbero
essere analizzati: dall’uso delle nuove tecnologie e dei social al loro rap-
porto con l’Europa, al modo di vivere l’impegno sociale o a come occu-
pano il tempo libero. Per eventuali approfondimenti rimandiamo ai rap-
porti indicati nelle note.
Volutamente non abbiamo accennato né ai Neet (giovani che non
studiano e non lavorano), né ai giovani affetti da dipendenze (siano esse
da alcol, sostanze, gioco), né ancora ai giovani vulnerabili. Non crediamo
corretto associare i giovani a fragilità, pur condividendo quanto scritto nel
rapporto Toniolo: “L’insieme delle analisi […] restituisce il quadro di una
generazione che ha necessità di essere capita, di non essere sovracca-
ricata di aspettative da parte delle generazioni più mature, ma di essere
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