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I GIOVANI e chiedessimo a qualcuno di rap-
presentare graficamente il volon-
Aiutare: Stariato, molto probabilmente ci
verrebbero disegnate delle mani. In-
voce del verbo fatti esse sono la prima immagine che
dare una mano, compare nella mente poiché riman-
dano ad una dimensione di operosi-
modo infinito, tà e concretezza.
tempo... illimitato. Tuttavia non sono l’unico strumen-
to di cui possiamo servirci per aiutare
a cura di Federica e Matilde il prossimo. Anche l’uso della parola
Gruppo Giovani Vincenziani – La Spezia a volte può bastare per entrare in pun-
ta di piedi nella vita di qualcuno e gettare
un piccolo seme che, per quanto insignificante
possa sembrare, in realtà contribuisce a far nascere un legame. Mani e
bocca sono strettamente connesse al cuore, per questo San Vincenzo ci
invita non tanto a parlare di Dio ma a mostrarlo attraverso le nostre opere.
È quello che proviamo a fare noi Giovani Vincenziani il sabato pome-
riggio, tentando di portare alle famiglie, agli anziani e ai senzatetto un rag-
gio della luce di Dio nelle loro giornate.
Andando in visita nelle case, portiamo con noi un pacco alimentare a
coloro che hanno bisogno non solo di un sostegno economico, ma an-
che di qualcuno con cui parlare.
Sono molto spesso stranieri che vogliono integrarsi nella società ma
ancora riscontrano delle difficoltà a causa della lingua e di culture diffe-
renti. Il pacco viveri diventa quindi un pretesto per instaurare un rappor-
to che spesso va al di là della semplice visita settimanale: è come entra-
re a far parte di una nuova famiglia o diventare nuovi amici, forse i primi,
dei più piccoli e degli anziani.
“Mi è stato affidato un gruppo di ragazzini da condurre per le strade
della città per incontrare coloro che tutti i giorni si svegliano con la preoc-
cupazione di dover cercare un posto
in cui dormire, coloro che soffrono il ...vogliamo poter
freddo e la fame.
Sono le stesse persone che, essere mani...
quando ci vedono, non possono fare
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