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a meno di regalarci un sorriso, nonostante siano tristi e amareggiate. Il
nostro compito è quello di consegnare loro un sacchetto bianco conte-
nente una merenda e un po’ di thè caldo.

Questo è un genere di servizio che all’inizio mi lasciava con l’amaro
in bocca perché credevo di non fare mai abbastanza, consapevole che il
nostro cibo non sarebbe bastato a sfamarli.
Ma sono giunta alla conclusione che non conta quanto offri ma l’at-
teggiamento con cui scegli di donare. Prima di partire, infatti, ricordiamo
in che modo dobbiamo affrontare il nostro percorso, seguendo i 5 pun-
ti: cercare, chiedere permesso, inginocchiarsi, guardare negli occhi, la-
sciarsi trasformare.
Personalmente il momento che preferisco è guardarli negli occhi, per-
ché sono alla continua ricerca di un Dio che non si incontra solo con il
viso rivolto verso il cielo ma abbassando lo sguardo. Sono occhi che
chiedono aiuto, che s’illuminano di gioia o pieni di speranza.

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