Page 32 - Annali_Dicembre
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con loro”, “Si aprirono loro gli occhi” e infine “partirono senza indu-
gio”. I temi dell’Instrumentum Laboris, quindi, si ritrovano nel Documen-
to Finale, ma emergono maggiormente quelli su cui ci si è soffermati più
a lungo nell’Aula durante le tre settimane dell’Assemblea.
Il testo è suddiviso in 173 paragrafi, e comprende un’introduzione, un
proemio, tre parti e una conclusione, che indica ai giovani la meta della
santità, vocazione di ogni uomo e di ogni donna. Tutti i punti sono stati
approvati con la maggioranza qualificata dei 2/3.
È difficile fare una sintesi di tutto il documento. Mi limiterò, pertan-
to, a sottolineare alcuni punti attinenti alla realtà dei Gruppi di Volontaria-
to Vincenziano.
Il primo: l’ascolto, che richiede un atteggiamento di disponibilità reale
nei confronti dell’altro, di accettazione del rischio di farsi mettere in discus-
sione, di sentirsi dire anche cose scomode, che non si vorrebbe sentire.
“Credere al valore teologico e pastorale dell’ascolto implica un ripensa-
mento per rinnovare le forme con cui ordinariamente il ministero presbite-
rale si esprime e una verifica delle sue priorità. Inoltre il Sinodo riconosce la
necessità di preparare consacrati e laici, uomini e donne, che siano qualifi-
cati per l’accompagnamento dei giovani. Il carisma dell’ascolto che lo Spi-
rito Santo fa sorgere nelle comunità potrebbe anche ricevere una forma di
riconoscimento istituzionale per il servizio ecclesiale”. n. 9
Nella prospettiva dell’ascolto è emersa tutta l’importanza dell’espe-
rienza dell’accompagnamento, - altro punto chiave - fondamentale per
qualsiasi cammino di fede. Accompagnare è farsi accanto ai giovani per
aiutarli a compiere scelte autentiche.
Tale servizio rispecchia la cura di Gesù nei confronti del suo popolo:
attraverso una presenza costante e cordiale, una prossimità amorevole
e una tenerezza senza confini (cf 91). Il Sinodo ha puntualizzato che “in
molti modi i giovani ci hanno chiesto di qualificare la figura degli accom-
pagnatori. Il servizio dell’accompagnamento è un’autentica missione,
che sollecita la disponibilità apostolica di chi lo compie. Come il diacono
Filippo, l’accompagnatore è chiamato a obbedire alla chiamata dello Spi-
rito uscendo e abbandonando il recinto delle mura di Gerusalemme, figu-
ra della comunità cristiana, per dirigersi in un luogo deserto e inospitale,
forse pericoloso, dove faticare per rincorrere un carro. Raggiuntolo, deve
trovare il modo di entrare in relazione con il viaggiatore straniero, per su-
scitare una domanda che forse spontaneamente non sarebbe mai sta-
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