Page 34 - Annali_Dicembre
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sione sociale dei poveri fa della Chiesa
               un Sinodo                 la casa della carità”.
                                             Con questa Assemblea sinoda-
           “con” i giovani               le papa Francesco ha avviato un altro
                                         processo. È una delle caratteristiche di
                                       questo papato, preoccupato non tanto e
          non solo di dare risposte, quanto piuttosto di avviare processi anima-
          ti dallo Spirito, che possano portare una riforma della Chiesa tale da ren-
          derla sempre più fedele alla chiamata del Signore. La Chiesa, con il Sino-
          do sui giovani, ha confermato la volontà di crescere nel cammino e nella
          consapevolezza che non può esserci comunità ecclesiale di oggi e di do-
          mani capace di rinnovarsi, senza i giovani. La Chiesa ha bisogno dei gio-
          vani. È stata questa una delle affermazioni che hanno riassunto i lavori,
          una frase però non strumentale, ma che esprime una coscienza esisten-
          ziale profonda. In tale prospettiva quello che si è concluso non appare
          tanto un Sinodo tematico: più che un Sinodo “sui” giovani, è stato un Si-
          nodo “con” i giovani. È evidente che tale stile sinodale di essere Chiesa
          vale in questa situazione, ma anche per qualsiasi altro ambito.
             Per concludere, perciò, i Gruppi di Volontariato Vincenziano che vi-
          vono nella Chiesa sono anch’essi chiamati ad attivare questo processo,
          in cui si deve cedere la parola ai giovani affinché spieghino ciò che stan-
          no vivendo nel mondo di oggi così confuso, frammentato, immerso in un
          groviglio di stimoli provenienti dai social e dove mancano prospettive cer-
          te. Appare evidente che essi chiedono aiuto alla Comunità ecclesiale che
          ritengono spesso distratta e poco attenta “al loro grido, in particolare a
          quello dei più poveri e sfruttati”,  e notano “anche la mancanza di adulti
          disponibili e capaci di ascoltare”. n.7

             Questo grido non può che essere accolto dai Gruppi di Volontariato
          Vincenziano, chiamati ad essere luoghi in cui oltre al servizio ai poveri, da
          condividere con le nuove generazioni, si debba praticare l’ascolto e l’ac-
          compagnamento dei giovani, attraverso la scelta di animatori equilibrati,
          capaci di ascolto, di fede e di preghiera, che si misurano con le proprie
          debolezze e fragilità (cf n.102).
             Che la scelta faticosa e non ingenua di rinnovare la nostra Associa-
          zione con l’ardore dei giovani, scegliendo di investire sulla loro audacia,
          ci permetta di essere più efficaci nel vivere il carisma vincenziano che è di
          onorare Cristo nel servizio dei poveri e nella cura delle ferite del mondo. §



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