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Questi si verificano in diversi modi: morti causate dall’eccessivo uso
della forza da parte dello Stato, dall’incessante dilagare della droga e del
traffico d’armi con gli Stati Uniti, dai numerosi femminicidi dovuti alla disu-
guaglianza di genere. Quasi tutti i reati sono coperti da un clima di impu-
nità che in alcuni paesi lascia irrisolto oltre il 95% degli omicidi. Lo Stato
approva il fenomeno perché i governi sono corrotti e non hanno la volon-
tà politica di difendere lo stato di diritto, consentendo alle reti criminali di
determinare la vita di milioni di persone. Tutto ciò rende vitale l’aiuto del-
la Chiesa per molte famiglie. Numerose scuole e ospedali della Missione
contribuiscono allo sviluppo di aree marginali. La Missione non si preoc-
cupa solo di aiutare materialmente la comunità, ma anche di educarla re-
ligiosamente e professionalmente. Grazie alla sua opera diverse genera-
zioni hanno compreso
il valore del saper dare e del vivere per servire
Io André, e mio fratello Sebastian, in Honduras facevamo parte del-
la parrocchia di San Vicente de Paul che ha svolto, in più di mezzo se-
colo, un grande lavoro sociale. Abbiamo ricevuto l’istruzione scolastica
nella scuola parrocchiale fino al conseguimento del diploma, poi ci siamo
iscritti all’Università seguendo i corsi di Informatica e Giornalismo, inter-
rotti per rifugiarci in Italia e ricongiungerci a nostra madre che era qui da
diversi anni. Siamo arrivati a Martina Franca, cittadina della Puglia in pro-
vincia di Taranto con 45 mila abitanti, situata a 10 mila chilometri da casa
nostra. San Vincenzo ci ha aiutati e protetti non solo nella nostra terra,
ma anche in Italia, perché le prime a stringerci la mano, quando stavamo
iniziando la nostra nuova vita in un altro continente, sono state due asso-
ciate del Gruppo di Volontariato Vincenziano di Martina Franca, le profes-
soresse Mina Biancofiore e Anna Magli.
Presso la Casa del Volontariato, dove si trova la sede della loro asso-
ciazione e di molti altri gruppi, hanno insegnato a noi che parlavamo spa-
gnolo, mediante due incontri settimanali, l’uso della lingua italiana. Ab-
biamo messo a confronto le nostre diverse culture e ci siamo arricchiti
reciprocamente. All’aiuto prestatoci da queste due professoresse si è ag-
giunto successivamente quello di Domenico Modista, giovane volontario
vincenziano. Da lui abbiamo appreso il profondo senso di appartenenza
sociale, l’importanza dell’impegno ecclesiale, il ruolo di cultore delle arti,
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