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Questo significa che ogni individuo deve interrogarsi su quali siano le
          sue capacità ed imparare, una volta presa coscienza di sé, a metterle a
          disposizione del prossimo!

             A tal proposito, una citazione è diventata lo slogan delle due giorna-
          te: “Scegliersi… per scegliere… per essere scelti!” (cit. Tiziana Vulcano)

             Nella seconda giornata si è sperimentata la metodologia appresa.
             Formati tre gruppi di 4 persone, si è dato il via al confronto informa-
          le, vivace e costruttivo su temi e questioni relative ad un’associazione o
          una comunità.

             Ciascuno dei volontari, seduto attorno ad un tavolo, dotato di mate-
          riali per annotare, disegnare, scrivere, in altre parole per fissare le idee, ha
          espresso le esigenze e le problematiche del proprio territorio con molta
          naturalezza, proprio come se fosse realmente in un salotto o in un bar, in
          uno stato di completo relax. Del resto è noto che, già in passato, incontri
          informali tra le persone siano stati opportunità di scambio, partecipazione
          e apprendimento, nonché di preparazione all’azione sociale.

             Ad un certo punto i volontari sono stati invitati a lasciare il loro tavo-
          lo di idee per trasferirsi in un altro tavolo e continuare lì la conversazione,
          lasciando al tavolo di partenza un “facilitatore” o “padrone di casa” che
          avrebbe ascoltato le idee dei nuovi arrivati e sintetizzato quelle del grup-
          po precedente, determinando una “contaminazione” di pensieri tale che,
          giunti alla fine della rotazione dei gruppi si sarebbe ottenuta, quasi senza
          accorgersene, la bozza di un progetto.
             Al termine della giornata, con gratificazione, si è osservato come ogni
          gruppo avesse riempito il proprio foglio bianco di idee, emozioni, speran-
          ze, espresse con colori, post-it, disegni.

             La creatività l’ha fatta da padrona e la perplessità iniziale sulla capaci-
          tà di creare un progetto dal nulla ha ceduto il posto alla soddisfazione di
          esserci riusciti, senza troppa fatica.
             La formazione si è conclusa con la gioia e l’entusiasmo dei volon-
          tari vincenziani, che sono tornati a casa con gli strumenti necessari per
          dar vita a nuovi progetti da realizzare nei propri territori, ma anche con la
          consapevolezza che la collaborazione ed il coinvolgimento sono fonda-
          mentali per la crescita ed il miglioramento, perché, come dice Edward de
          Bono, ci sono 6 cappelli per pensare, ognuno di noi tende ad usarne al-


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