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TEMA DEL MESE                           urante  le  giornate  della
                                                  Scuola Presidenti, come sa-
          Ascoltare è                      Dpete, ci siamo occupati del
                                           Far posto… a Dio, a chi ha bisogno,
          far posto                        ai nuovi volontari, in questo modo,
                                           direttamente e indirettamente, ab-
          a cura di Gabriella Raschi       biamo sperimentato la dimensione
          e Cinzia Neglia                dell’ascolto.
                                         Che cosa significa dare ascolto? Sem-
          bra semplice: mi siedo, taccio e seguo il discorso, ma ascoltare non è
          atto passivo, né una semplice ricezione di quanto viene detto, è qualco-
          sa di più impegnativo che richiede attenzione e pazienza. 1
             Dare ascolto è un dare, quindi un dono, che deve essere preparato
          e confezionato, è un’azione impegnativa e, come ogni regalo, deve es-
          sere studiato perché parte da noi, dal nostro modo di essere, e va verso
          un altro, come testimonianza di affetto, di benevolenza, di accoglienza.

             Quando siamo di fronte all’altro, abbiamo tutto il carico dell’io, dei no-
          stri problemi, del nostro vissuto, dei nostri preconcetti, non sempre sia-
          mo consapevoli di quanto l’ascolto sia guidato o addirittura condizionato
          dal nostro giudizio. Ma se voglio sentire una bella musica, scelgo un luogo
          pieno di urla e di rumori o una stanza tranquilla, in penombra, in silenzio?
             Allora prima di tutto, per ascoltare davvero, devo compiere lo sforzo
          di fare silenzio, un silenzio interiore. Devo costringere a tacere tutte quel-
          le voci che dentro mi ricordano il mio io, le mie esperienze, per esempio
          gli incontri precedenti con quella persona o con altri, oppure l’elenco di
          tutto ciò che devo fare. Il silenzio è conquistato con un lungo esercizio.
             Quando osserviamo una persona che ci sta di fronte, un volonta-
          rio o un bisognoso non importa, i nostri occhi osservano l’altro, talvol-
          ta lo scrutano, quasi lo valutano, ed ecco che l’ascolto è condizionato
          da quella prima impressione, dagli occhi. Dobbiamo liberare la mente da
          giudizi e pregiudizi, è un’operazione faticosa perché senza averne piena
          consapevolezza le nostre teste e i nostri cuori sono ingombri da questi:
          l’aspetto, il colore della pelle, l’età, il modo di procedere e di gestire, tutto



          1 “L’ascolto è attenzione e volontà di una presenza che accoglie e, come tale abbisogna di molte
          energie e di grande forza di volontà. Ascoltare infatti è far tacere se stessi per dare peso, fiducia alla
          parola dell’altro.“ enzo Bianchi, Ero straniero e mi avete ospitato, Feltrinelli, 2006

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