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relazione di fiducia e di rispetto. Alcuni fratelli mangiano e subito si ritirano
nel loro rifugio di fortuna, altri ci raccontano qualcosa della loro vita oppu-
re avanzano delle richieste: un paio di guanti, dei calzini… Prima di con-
cludere il servizio il nostro gruppo si divide in due parti: una si dirige verso
la ‘zona est’ rispetto alla Basilica, l’altra nella direzione opposta.
In questo modo possiamo andare a cercare quei fratelli che non si
sono presentati al luogo della distribuzione; li avviciniamo con delicatez-
za e rispetto per non disturbare la loro scelta di stare in disparte. Via del
Mascherino, Borgo Pio, il sottopassaggio di via Cavalleggeri… le vie che
durante il giorno fremono di vita ora sono disseminate di rifugi notturni.
Da un sacco a pelo intravediamo un volto, capiamo che la persona non
sta dormendo, allora uno di noi si china e osa la domanda: “Buonasera,
gradisce un thè caldo e qualcosa da mangiare?”.
La risposta è data da un cenno del capo, da una mano che si allun-
ga. Con qualcuno scambiamo qualche parola e assicuriamo che ogni
domenica ci saremo sempre, che può contare su di noi. Sono quasi le
22 quando ritorniamo alle auto, carichiamo il pentolone, il materiale mo-
nouso e quanto è rimasto. Non abbiamo molto da dire, siamo tutti visibil-
mente scossi per aver condiviso con questa umanità ferita un po’ del no-
stro tempo. I primi fiocchi di neve cominciano a scendere: ecco, la neve
proprio non ci voleva. Un ultimo sguardo al ‘dormitorio’ ormai al comple-
to di Via della Conciliazione e uno al Cupolone che ben conosce i segreti
della notte. Una preghiera sale dal cuore: “Gesù veglia su di loro”. §
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