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Cosa potrebbe essere utile preparare/organizzare/proporre a livel-
lo personale, di gruppo, regionale, nazionale per divenire “carità
contagiosa”?
› Collaborare con i giovanissimi vincenziani, dove possibile, perché la
loro testimonianza arriva anche dove quella solo adulta non riesce ad
arrivare.
› Organizzare momenti in cui raccontare il nostro operato, a partire dalle
storie di vita, coinvolgendo in primis le nostre comunità.
› Entrare nelle scuole potrebbe essere un modo più ampio e capillare
per far conoscere la nostra “carità contagiosa”.
› Entrare a far parte del circuito delle altre associazioni presenti sul
territorio ci può permettere di dare e ricevere più informazioni, così da
ampliare l’offerta per i poveri.
› Ascolto, individuazione dei problemi per condividerli, progettare
insieme le soluzioni con atteggiamento empatico.
› È importante che la pubblica opinione percepisca la gravità del
nostro servizio, la testimonianza di vita cristiana spesa per i fratelli nel
bisogno.
› Non bisogna avere timore di professare la propria fede cristiana e la
propria appartenenza al Volontariato Vincenziano
› Assumere, come gruppo, l’impegno di gestire un’attività collettiva
con cadenza periodica e a lungo termine, così da permettere a chi
vuole avvicinarsi al servizio vincenziano di essere contagiato dal nostro
carisma.
› Accedere ai mezzi di comunicazione di massa per rendere noto ciò
che facciamo e viviamo.
› Perché la nostra carità contagi altri deve suscitare il desiderio di
emulazione ponendosi come modello visibile di amore incondizionato.
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