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È emerso che nel corso degli anni le esperienze di prossimità si sono
diffuse in forme diverse: recupero di immobili degradati, co-housing, agri-
coltura sociale, orti urbani, distribuzione di beni di prima necessità, grup-
pi di acquisto, solidarietà di condominio.
Coloro che hanno partecipato hanno constatato che la prossimità
costituisce una grande piazza nella quale si conoscono, e si scambiano,
esperienze, si creano legami e si inventano occasioni di fraternità con l’o-
biettivo della socializzazione, della innovazione sociale, della co-proget-
tazione pubblico-privato.
È emerso che prossimità può voler dire anche “arrivare prima” rispet-
to ai servizi pubblici ed in qualche caso anche occasione per superare le
difficoltà e quindi “uscire dal ghetto”. In questo modo la prossimità costi-
tuisce un vero e proprio motore di innovazione ed apre la strada al cam-
biamento in modo costruttivo, mediante la creazione di reti solidali per
essere vicini ad ogni persona, per combattere la solitudine offrendo vici-
nanza e nuove risorse.
Infine, perché la terza edizione della Biennale a Taranto.
Secondo gli Organizzatori , la motivazione iniziale è stata questa :“Ta-
ranto è luogo capace di raccontare tutte le contraddizioni del Sud: la ric-
chezza dei paesaggi, della storia e della cultura fanno da sfondo a livelli
di povertà e disoccupazione preoccupanti, soffocati da uno sviluppo in-
dustriale fallimentare” (Daniele Ferrocino).
A conclusione della Biennale però è emerso che Taranto ha saputo
reagire divenendo terreno fertile per tante esperienze locali di partecipa-
zione civile e comunitaria, ricca di esperienze di reale prossimità nate per
dare risposte al bisogno di benessere e di salute dei cittadini, con spazi
di comunità realizzati da Comitati di cittadini che si prendono direttamen-
te cura del proprio territorio.
L’esperienza vissuta ha dimostrato che la Biennale della Prossimi-
tà a Taranto ha costituito una reale occasione di legittimazione culturale
perché tante esperienze diverse si sono incontrate, si sono riconosciute
reciprocamente, hanno scambiato competenze, sono stati aperti nuovi
contatti, si sono instaurate nuove relazioni destinate certamente a conso-
lidarsi nel tempo, anche perché per i Tarantini il patrimonio della Biennale
alimenterà le riflessioni sul progetto “Per una nuova Taranto”. §
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