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Ne deriva che non siamo solo “vicini” ma diventiamo “prossimo” nel
momento in cui condividiamo un problema, o una situazione, con altre
persone per cui, insieme, contribuiamo a realizzare soluzioni.

Una caratteristica della prossimità è quella di realizzare un “prodot-
to collettivo” perché tutti percepiscano la soluzione raggiunta come pro-
pria, avendo partecipato e scambiato idee, proposte, emozioni e risultati.
Il concetto di prossimità costituisce una esperienza inclusiva perché
non è un club, non espelle nessuno ma incarna la volontà di aprire uno
spazio di riflessione e di confronto; non è una vetrina né uno spazio espo-
sitivo, ma uno scambio di esperienze, un “ragionare insieme” contami-
nandosi vicendevolmente per scoprire le proprie potenzialità e soprattut-
to per “esserci” insieme.

Ciò che ha reso originale la manifestazione è stata l’idea di creare
uno spazio dedicato al confronto tra gruppi di cittadini, Enti e associazio-
ni che, individuato un bisogno comune, cercano soluzioni condivise e le
realizzano mettendosi in gioco in prima persona e rendendole accessibili
ad un pubblico più ampio come bene comune.
Il motto delle terza edizione della Biennale è stato: VOGLIO DIRE (che
cosa), VOGLIO FARE (cosa), VOGLIO ESSERCI (per fare cosa).
L’idea di fondo stata quella di condividere un problema con gli altri
perché la prima scintilla di prossimità nasce nel momento in cui le perso-
ne si rendono conto di avere un problema comune, lo condividono, ne
parlano insieme, si organizzano per cercare soluzioni condivise attivan-
dosi personalmente.

Una volta raggiunta una soluzione condivisa, il prodotto di prossimità
raggiunto viene reso disponibile ad altre persone interessate allo stesso
problema, perché non ci sono protagonisti e utenti ma ciascuno è chia-
mato a collaborare. La prossimità si costruisce creando compatibilità e
relazioni nelle quali ciascuna componente valorizza le altre.

Caratteristica della prossimità è quella

di realizzare un “prodotto collettivo”

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