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Come dice Manzoni il sopruso
Che cosa ci rende era tale da ottenebrare le coscien-
ze e di questa cecità sono colpevoli
ciechi e sordi? i soverchiatori. Quando negli anni di
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piombo si rischiò il formarsi di un’al-
tra zona grigia, quella di chi ripeteva “né
con lo Stato né con le BR”, le coscienze si indignarono, gli italiani tutti,
non i politici da soli, ma il popolo italiano che affrontò lutti, danni materia-
li e morali, il popolo italiano ha vinto la lotta non facile contro il terrorismo,
nonostante insabbiamenti e complotti.
Ora? Perché ci si sente legittimati a girare lo sguardo, a far finta di
niente? Che cosa si rischia? La vita, no! Il tenore di vita, neppure! E allo-
ra? Perché reagiamo “di pancia”? Che cosa ci rende ciechi e sordi? Ab-
biamo forse ingoiato troppo? Forse è questa la verità: la pancia si muove,
l’intestino è in subbuglio quando qualcuno è stato troppo ingordo. Non
siamo i più ricchi del mondo, ma l’Italia non è certo un paese povero, né
l’Europa è un continente a rischio fame.
Abbiamo voluto il benessere e non abbiamo capito che cosa significa
ben essere, essere nel bene, stare in pace con se stessi e con le proprie
coscienze, sapere che un domani i nostri figli non ci chiederanno conto
dei nostri comportamenti, come la mia generazione chiese ostinatamen-
te conto a chi negli anni ’40 aveva venti o trent’anni: “Sapevate?”. Oppu-
re “come potevate ignorare? “come potevate tacere?” chiedevano i ra-
gazzi tedeschi a genitori, zii, nonni e questi chinavano la testa, giravano
lo sguardo.
Prima ancora che il tribunale di Dio al quale tutti risponderemo come
Caino, ci sarà il drammatico tribunale della storia, il tribunale dei nostri fi-
gli. Agiamo come monadi sigillate, in lotta disperata per conservare la pri-
ma fila, il primo posto, per difendere i nostri sgangherati privilegi, incapaci
di guardare oltre il campo di prigionia che è questa valle di lacrime in cui
siamo in transito, pellegrini, esuli come già si sentivano i Platonici. Perché
allora ancorati ai beni terreni che mai saranno davvero nostri, né mai po-
tremmo davvero garantire ai nostri figli visto che il tempo non è nostro e il
Creato non ci appartiene, perché mai non alziamo lo sguardo al fratello?
2 «I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui sono rei non
solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora cui portano l’animo degli offesi» a.
Manzoni, Promessi Sposi
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