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“Un lamento si leva dalle nostre comunità: troppi documenti! […] Ri-
tengo che ci sia del vero in questo lamento, anche se qualche volta ho
l’impressione che è come lamentarsi perché un giardino ha troppi fiori.
Non tutti sono da raccogliere e mettere in un vaso. Tanti fiori sono là per
essere contemplati con uno sguardo d’insieme […] Ogni fiore ha il suo
senso, semplicemente nello stare lì, fra gli altri, nel suo giardino.” Ognu-
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no dunque saprà cogliere le sue rose e collaborare, come crede e come
può, al nostro giardino comune, rendendo doverosamente conto delle
scelte e “compatendo” i limiti umani propri e altrui.
Scrivo con timore e rispetto queste poche righe nell’apertura degli
Annali della carità, consapevole che su questa rivista che festeggia set-
tant’anni di vita hanno scritto grandi persone, capaci di azioni straordinarie
e di un impegno inimitabile. La nostra rivista si rinnova, con uno sguardo
al passato che non la rende “strabica” ma capace di valorizzare la propria
tradizione e con un esame dei tempi e delle esigenze nuove. Siamo fedeli
alla nostra storia ma non arroccati sulle nostre posizioni, siamo attenti a far
conoscere progetti e iniziative rivolti al bene comune, sentiamo le esigen-
ze anche dolorose e pressanti di tanti fratelli, quindi cercheremo, insieme,
di avere uno spazio per la formazione e uno per l’informazione dalle no-
stre regioni, di introdurre nuove rubriche per sviluppare un dialogo tra noi.
Siamo certi, tutti noi che abbiamo cooperato a questo primo numero,
che non ci mancheranno le vostre testimonianze, le vostre osservazioni,
i vostri contributi critici. Ve ne ringraziamo fin d’ora. §
6 Carlo Maria Martini, Lettera pastorale 1996-97.
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