Page 56 - Annali Carita
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Circa 20 anni fa, infatti, si è costituito un gruppo di parrocchiani che,         NOTIZIE DALLE REGIONI
          attraverso offerte personali, si sono impegnati a sostenere le spese sco-
          lastiche, mediche e necessarie per la crescita e la scolarizzazione dei              Casagiove,
          bambini e dei ragazzi poveri del territorio parrocchiale.
           DIFFICOLTÀ RISCONTRATE                                                              città vincenziana

             Difficile l’avvio del dialogo, difficile la comunicazione, non solo sotto         a cura di Lidia De Lucia
          l’aspetto verbale, per apprendere e comprendere la loro reale situazione
          familiare e la loro condizione (profughi, con permesso di soggiorno, clan-
          destini) e le loro necessità.
             Sono molto diffidenti, anche tra loro in conflitto per gelosie, differenze
          culturali…, non si lasciano consigliare (per regolarizzare la loro documen-                el 1969 papa Paolo VI spostò dal
          tazione preferiscono rivolgersi a persone senza scrupolo piuttosto che                     19 luglio al 27 settembre la festa
          agli avvocati del Centro Caritas).                                                   Ndel Santo di Pouy ma don Stefano
                                                                                               Giaquinto, parroco della chiesa di San Michele Arcangelo di Casagio-
             D’altra parte la nostra società è molto restia e diffidente, a volte par-         ve (Caserta) ed il Gruppo di Volontari vincenziani, che operano in quel-
          rocchiani hanno donato giocattoli o indumenti ma non per i nomadi.                   la parrocchia dal 1934, continuano a festeggiarlo secondo il preceden-
             Nella scuola si verificano a volte discriminazioni nelle attività didatti-        te calendario.
          che; per fortuna ci sono anche situazioni positive di accoglienza e inclu-              A dire il vero se il 19 luglio è il cuore della festa, essa si sviluppa nell’ar-
          sione (una classe elementare ha organizzato una giornata a passeggio                 co di un intero “mese vincenziano” in cui fede, cultura, legalità, arte e mu-
          in città di bambini e genitori con momento di convivialità, una famiglia             sica s’intrecciano coinvolgendo tutta la cittadinanza in esercizi spirituali,
          nomade, con il nostro aiuto, ha partecipato).                                        celebrazioni eucaristiche, meditazioni e cenacoli di preghiera, laboratori
             Nel periodo natalizio un gruppo di nomadi ha preso parte al pranzo                creativi per bambini, attività dei ragazzi (13 /17 anni) del progetto “Cantie-
          della Sacra Familia con altri assistiti, tenuto in parrocchia. §                     re 3.0” per una città più unita e solidale, concerti e “mostre vincenziane”.
                                                                                                  Il culto del Santo, compatrono della cittadina, è così radicato e sen-
                                                                                               tito da offuscare quello dell’altro patrono, S. Michele Arcangelo, a cui è
                  Difficile superare pregiudizi,                                               dedicata la parrocchia.
                                                                                                  Furono le suore Figlie della Carità più di due secoli fa a far conosce-
       ma è necessario stabilire relazioni libere e                                            re le opere e il carisma di M. Vincent, il prete fiero e generoso che dalle
                                                                                               campagne della Francia meridionale giunse alla corte di Parigi schieran-
       profonde, così da accorgerci che i nomadi                                               dosi sempre al fianco dei poveri, dei cui diritti e della cui dignità si fece
                                                                                               paladino.
      hanno culture diverse, ma vivono come noi                                                   Il popolo casagiovese, originariamente composto da contadini ed ar-
                                                                                               tigiani, riscontrò un’immediata affinità con quel santo rimasto contadino,
             gioie, preoccupazioni, sofferenze…                                                pronto a battersi contro le ingiustizie sociali ma senza atti eversivi o rivo-
                                                                                               luzioni, facendo ricorso alla sottile arte della diplomazia e all’aiuto delle
                                                                                               classi agiate e dei potenti.


   54  3 / duemiladiciotto                                                                                                                           3/duemiladiciotto  55
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