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no il marchio dell’iniziativa divina, della Sua presenza. Un invito alla lode,
          all’adorazione, al rendimento di grazie, alla richiesta, al perdono.
             E San Vincenzo ci abitua, attraverso la sua vita, a cogliere il parlare di
          Dio negli avvenimenti, nelle situazioni, nelle cose, nelle buone ispirazioni.
          Ma, sottolineava appunto: “Cerchiamo di essere interiori e una preghie-
          ra di buona qualità”. San Vincenzo: “l’orazione è come uno specchio nel
          quale l’anima vede tutto. Dio è presente in noi stessi e nel prossimo come
          Creatore e Redentore e Artista, che porta avanti per portarla a compi-
          mento, l’opera che ha cominciato”. Quindi il rientrare in sé: ascoltare, co-
          gliere, prendere la parola che serve a me oggi. San Vincenzo: “Procurate
          di conservare il raccoglimento interiore nelle vostre occupazioni. E par-
          ticolarmente lavorate a crescere nella sottomissione alla volontà di Dio”.
             E poi una delle frasi secondo me più belle, e segreto di vita spirituale:
          “Occorre santificare le occupazioni cercandovi Dio e farle per la Sua glo-
          ria più che per vederle fatte”. Cercare Dio nelle occupazioni. Cioè legare
          insieme Marta e Maria.
             Il cercare Dio nelle occupazioni vuol dire che uno ha colto e vissuto in-
          tensamente il momento della preghiera e quello che fa è il prolungamen-
          to della sua preghiera. Cioè il modo con cui la preghiera diventa vita vis-
          suta. Preghiera che diventa colore, vigore, intensità, gusto e capacità di
          offerta nei momenti più difficili, più duri, più inquieti da superare. Se sia-
          mo chiamati ad essere “segno della presenza della bontà di Dio”, questo
          San Vincenzo lo dice in molti modi, solo chi è capace di un ascolto che
          diventa preghiera fa diventare il resto carità vissuta.

             San Vincenzo dice: “La carità è un unguento prezioso”. Possiamo
          dare questa interpretazione: nel momento in cui una persona sparge un
          unguento lenisce la sofferenza degli altri e lenisce la propria sofferenza,
          perché l’unguento gli rimane impregnato.

             Quando San Vincenzo dice “I poveri ci evangelizzano” vuol dire anche
          questo, che nel momento in cui li serviamo, veniamo serviti. Quindi pre-




                 La preghiera è la più audace


                      delle avventure umane.




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